Il Comune si prepara a diventare Equitalia. Giovedì infatti chiederà al governo centrale poteri particolari in materia fiscale basandosi sul fatto che Milano è in credito con lo Stato: dà infatti più di quanto riceva. Ma non è che in piazza Scala stanno cercando il modo di rastrellare le risorse per la “riapertura” dei Navigli usando come specchietto per le allodole l’autonomia fiscale che piace a leghisti e Forza Italia? Le agenzie di stampa dicono che “Palazzo Marino chiede anche di potenziare la riscossione dei tributi verso i cittadini insolventi, utilizzando in questi casi gli stessi poteri dell’Agenzia delle entrate”. “L’autonomia fiscale è un tema su cui credo vada fatta una riflessione a livello nazionale – ha detto l’assessore al Bilancio del Comune, Roberto Tasca, commentando la mozione -. Senza nessun trattamento di favore Milano deve stare a un tavolo di interlocuzione diretta con il governo”. Milano dal punto di vista nazionale “ha sempre fatto la sua parte, noi lasciamo tutti gli anni sul tavolo 100 milioni di euro per il fondo di perequazione comunale – ha concluso – e non abbiamo intenzione di fare passi indietro ma chiediamo anche un minimo di autonomia”. “L’insieme di tutte queste misure consentirebbe al comune di Milano di poter disporre di più risorse per gli investimenti e per i servizi – ha aggiunto Filippo Barberis, capogruppo del Partito democratico – senza chiedere un euro in più né ai milanesi né a Roma”.
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