Riassumendo le puntate precedenti, chi non è potuto entrare in Italia, causa chiusura dei porti? Sicuramente i settecento dell’Aquarius. Qualcuno anche dalla nave successiva. Poi basta, è tornato tutto come prima. D’altronde, come poteva andare diversamente? Malta non può e non vuole farsi carico del flusso dal Nord Africa senza garanzie più che certe sulla redistribuzione. Che non ci sono, non ci sono mai state ed a Dio piacendo mai ci saranno. Gli altri paesi non hanno alcuna voglia di accollarsi questo peso per cui, va ricordato, direttamente ed indirettamente (con la flessibilità dei conti) ci hanno già pagato.
Per cui siamo, ancora una volta solo noi. Senza le ONG nel quadro, gli scafisti hanno, semplicemente, cambiato mezzi. Dai gommoni sono tornati ai barconi. Ed i barconi, come Salvini ha scoperto ieri notte, se ne fregano delle indicazioni dei porti sicuri. Oltre ad avere una compagine ministeriale, da Toninelli alla Tria, che ormai non segue più il Capitano nelle sue avventure sovraniste, ma è tornata agli ordini di Mattarella, come lo sbarco dei 67 della Diciotti dimostra. Con Salvini pronto ad arrestarne il più possibile, ed il resto del Governo che ne fregava altamente
Cos’è successo ieri notte? 450 naviganti sono stati portati da un peschereccio attraverso le acque Maltesi fino a Lampedusa. Salvini ha intimato a La Valletta di occuparsene. La Valletta ha fatto cursoriamente notare che quel peschereccio non aveva chiesto nulla a nessuno, quindi loro se ne sarebbero felicemente fregati. Così la nave senza nome è arrivata nelle nostra acque e noi abbiamo preso in caricotutto il carico umano. Evviva. E meno male che i porti erano chiusi. La cosa davvero divertente è che, senza le ONG, non abbiamo nessuno a cui intimare di stare fuori dalle nostre acque, visto che gli scafisti se ne fregano. Certo, a meno di non volerli affondare. Cosa che nessuno ha intenzione di fare. Resta solo Salvini, su uno scoglio di trapani ad urlare agli sbarcati di tornarsene a casa propria. Senza grosso successo, aggiungerei.
Tutto questo dopo lo schiaffo dei 67 della Vos Thalassa, sulla quale non c’è stato alcun ammutinamento. Solo degli Italiani che hanno capito come non fare la fine del Maersk, tenuto due settimane fermo per soddisfare l’ego del ministro degli Interni. Nota a margine, se credete che i mille (mal contati) che non abbiano accolti siano comunque un guadagno, vi consiglio di seguire con attenzione la disfida con i Francesi sui cantieri. C’è la fondata possibilità che ci rimettiamo non poco, in termini di politica estera. Perché, alla fine, tutto si paga. Anche l’arroganza di un ministro che credeva di poter cambiare l’Europa a insulti e prepotenze. Ed ha, invece, scoperto di contare sempre meno all’interno del suo Governo.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,