La maledizione dell’incompetenza perseguita ogni esponente pentastellato. Indietro nei sondaggi, dopo essersi fatti fregare la questione dei porti dalla Lega, con gli scandali di Roma a mordergli i talloni i Cinque Stelle sono alla disperata ricerca di un’ancora di salvezza. Una battaglia. Un simbolo che sia tutto loro, gli apra le porte del Nord e gli dia visibilità. Prima di Agosto, possibilmente, quando la Lega già annuncia la flat tax sulle imprese (che non sarà nuova, ma sono comunque dieci punti in meno di tassazione). Ed allora, a costo zero, dove si può incidere? Naturalmente sulla vita economica degli altri, magari ammazzandoli. Ed ecco la brillante idea di chi non ha mai fatto un giorno di lavoro vero in vita sua: uccidiamo Foodora.
Obblighiamoli ad assumere i runner. Tanto il settore dà lavoro a solo 10 mila persone, che vuoi che sia mai? L’Apocalisse, ovviamente, perché non esiste al mondo che una società possa caricarsi i costi previdenziali ed assistenziali di tutte quelle persone. Anche perché, siamo onesti, non è che non ci abbiano provati: Foodora inizia proprio con dei dipendenti. Ma il modello non era scalabile. Per cui hanno aperto un sistema che reclutasse più fattorini. Come hanno fatto? Con una app che consentisse ai ragazzi, a chi ne avesse bisogno (molti sono stranieri) di selezionare gli orari di consegna. Poi, siccome la domanda è stata travolgente, hanno iniziato a selezionare.
Qui è nato il problema: un gruppo di questi signori, ritenendosi indispensabili e molto furbi, hanno deciso di sindacalizzarsi. Ovviamente non hanno ottenuto nulla. Sono ricorsi al tribunale. Ed hanno perso. Allora hanno capito. Perché non sfruttare un ministro che del Lavoro non sa nulla? E via da Di Maio, il quale ci si è buttato. Foodora ha fatto timidamente notare che se passasse questa follia, chiuderebbero direttamente. A Giggino il Bibbitaro però non frega nulla. Lui il decreto lo farà. E saremo tutti contenti: diecimila persone perderanno il lavoro e vorranno il redditi di cittadinanza, sempre che arrivi. Alcuni di loro, forse, lavoreranno in nero nei locali.
I Cinque Stelle potranno parlare di diritti ai compagni pensionati, che tanto manco lo usavano quel servizio, e loro saranno felici. Il Governo si riequilibrerà. E se anche un intero settore andrà in malora, a loro che gli frega? Tanto il lavoro è per i fessi. E quei fessi hanno tutto il diritto di averne fino a scoppiare, a tempo indeterminato, pagati in soldi del monopoli e minibot. Gli altri tutti a casa a dipendere dai sussidi statali. Pagati come non è dato saperlo, visto che il prossimo turno al microfono del karaoke è della Lega con la Flat Tax. Ma che importa, i ballottaggi saranno finti, le Europee ancora lontane. Ed sull’orizzonte, in un tramonto caldo ed infinito, non si vedranno ancora stagliarsi neri i rpofili degli elicotteri della Troika. Per ora, almeno.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,