Salvini e la sua rischiosissima scommessa

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Per tutta la notte la nave Aquarius ha fatto come la pallina del flipper: respinta da barriere invisibili è andata su e giù tra Italia e Malta. Ci sono alcune domande che aleggiano su un Mediterraneo per fortuna calmo e piatto, la prima delle quali è fino a che punto questo potrà andare avanti. Ci sono donne incinte a bordo, e due giorni di solleone potrebbero essere pericolosi. Sul perché l’Aquarius sia là, però, in pochi hanno fatto luce. Un passo indietro. È Sabato notte. Salvini presumibilmente è fuori, in Canada. Di sicuro non è alla Capitaneria di Porto di Roma, visto che non è sua competenza. Chi c’è, è il personale addetto ai salvataggi in mare, che ha appena finito di gestire uno sbarco in Calabria. E che riceve una richiesta d’aiuto in acque Libiche. Mandare le nostro motovedette non si può. Così viene allertata la Aquarius. La nave parte, recupera gli uomini e le donne in mare e torna indietro. È Domenica. Si rischia un altro sbarco di seicento persone. Salvini rientra in Italia, oppure viene avvisato del fatto. È irrilevante. Di sicuro non la prende bene.

Così sente Toninelli, Ministro alle Infrastrutture, da cui dipendono i porti. E chiede siano chiusi. Dieci minuti dopo esce il comunicato stampa. Pochi minuti prima parte una lettera a Malta: l’Aquarius ve la prendete voi. Tutto risolto? Macché. Intanto, facciamo a capirci: l’Italia non ha chiuso nulla. Ha solo detto che a questa nave non verrà consentito di sbarcare in Italia. Ed anche qui esistono una serie di indizi che fanno pensare che nessuno abbia preso la cosa sul serio. A partire dal comunicato stampa del duo Toninelli-Salvini della serata di Domenica, in cui si accusa Malta, ma si dice che continueremo a salvare vite. E sarebbe abbastanza controproducente se qualcuno ci morisse, su quella nave. Il ruolo di Malta in tutto questo non è chiarissimo, ai Maltesi in primis. Capiamoci: Malta non ha aderito alla nuova Convenzione sulla Sicurezza delle Vite in Mare. Questo per evitare che entrasse in vigore il dispositivo per cui chi salva qualcuno lo deve portare a casa propria. Altrimenti l’area di intervento Maltese sarebbe stata grande quanto l’Inghilterra, come afferma questo articolo del Times of Malta.

Che dice anche un’altra cosa, che a chi scrive non risulta essere vera, ma resta interessante: pare che la firma dell’Italia alla medesima Convenzione sia stata messa in cambio di una serie di concessioni in campo petrolifero in aree contese con Malta. I due stati smentiscono, dice il Times, ma questa accusa è stata reiterata dai partiti di destra. E questo è falso, a destra non è mai stato detto. Di vero c’è che, come nota maliziosamente la giornalista, gli sbarchi a Malta si sono interrotti dalla sera alla mattina. Quindi, il quadro che emergerebbe sarebbe questo: se in punta di diritto ha ragione Malta, l’Italia ha intenzione di rinegoziare tutto. E decide di farlo a tradimento, con un braccio di ferro improvviso ed improvvisato. Che può finire solo in due modi: l’Aquarius arriva nei nostri porti e vince Malta, perché i colloqui per discutere del problema dureranno tutta l’estate almeno. O la nave va a Malta, Salvini stravince, ma improvvisamente saltano tutti gli accordi che sull’accoglienza si basano. Il primo dei quali è che la Commissione accetti ad occhi chiusi gran parte di quello che diciamo sui nostri conti pubblici.

Questa la scommessa di Salvini. In cui l’Italia rischia sia che il giocatore vinca sia che perda.

1 thought on “Salvini e la sua rischiosissima scommessa

  1. Si è vero quella di Salvini è una rischiosissima scommessa tenendo conto dell’insipienza dell’UE. Pur non essendo un leghista condivido l’azione di Salvini e spero riesca a vincere la scommessa, soprattutto, nell’interesse dell’Italia. Non è più sopportabile questo traffico di schiavi africani verso il nostro paese nel quale alcuni apparati italiani hanno imparato molto bene a sfruttare, in molti modi, la loro presenza.

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