Lo sport in campo contro la povertà infantile: a Milano un minore su dieci vive in povertà assoluta

Milano

Milano 16 Maggio – Il 6 maggio, al Forum di Assago, il grande basket è sceso in campo contro la povertà infantile a Milano: l’Olimpia Basket Armani ha abbracciato il progetto Qu.Bì, così come poche settimane prima era accaduto allo stadio di san Siro con il derby tra Milan e Inter.

Dopo l’esperienza del derby cittadino tra Milan e Inter, siamo davvero felici che anche la pallacanestro milanese abbia accolto il nostro appello. Abbiamo bisogno di ampliare la “squadra” a sostegno di questa iniziativa che rappresenta per Fondazione Cariplo e i suoi partner una sfida che deve essere accettata e vinta, tutti insieme.

Il mondo dello sport si è dimostrato disponibile e sensibile a collaborare al nostro progetto QuBì, Quanto Basta, la ricetta per sconfiggere la povertà minorile a Milano. Perché abbiamo chiesto aiuto al mondo dello sport, così come faremo con il mondo dello spettacolo?

Perché ci siamo resi conto che le persone non sanno che la povertà è così diffusa; forse per scarsa informazione, forse per autodifesa, di fronte a tanti problemi, a problemi di questo tipo, preferiamo non pensarci, non prendere coscienza che anche al nord la situazione è difficile. Tra le tante cose a cui i bambini rinunciano ci sono lo sport e la cultura. Ecco perché siamo partiti con Milan, Inter e Olimpia basket: dobbiamo aiutare questi bambini e le loro famiglie.

Oggi, a Milano, un minore su dieci vive in una condizione di povertà assoluta.Guardando ai trend degli ultimi anni, la preoccupazione è che sia un numero in crescita. Le nostre stime dipingono una città in cui, nel 2016, le risorse per l’erogazione di contributi di sostegno al reddito hanno raggiunto i 20,8 milioni a favore di 19.181 nuclei familiari per un totale di 54.493 persone. Le famiglie con minori sono 9.433, per un totale di 19.703 minori.

Non serve però lanciare allarmi se non si propongono soluzioni. È quello che stiamo cercando di fare. Vogliamo far conoscere il problema, senza nasconderci dietro un dito, ma nel frattempo stiamo agendo.

Analizzando i dati dei redditi delle famiglie che nel 2016 hanno ricevuto un aiuto, abbiamo un’immagine evidente della povertà a Milano: circa il 90% dei nuclei familiari con minori raggiunti da almeno una misura è sotto la linea di povertà assoluta. Nello specifico, se prendiamo una famiglia con un solo genitore composta da un adulto e un minore, il reddito medio è di circa 4.800 euro lordi annui, mentre la soglia di povertà calcolata dall’Istat per la stessa tipologia di famiglia è di 12.800 euro annui.

Un divario pari a circa 8.000 euro annui, che significa soprattutto mettere quel minore e quella famiglia in una condizione di rinuncia dell’essenziale, come un’adeguata alimentazione, l’accesso a cure di prevenzione e una più ampia possibilità di crescere dignitosamente. La situazione non cambia di molto se consideriamo una famiglia con due adulti e due minori: in questo caso il gap ammonta mediamente a 8.100 euro.

Qu.Bì è un grande progetto, lanciato simbolicamente in occasione del 25esimo compleanno di Fondazione Cariplo, presentato a Papa Francesco durante la sua visita a Milano lo scorso anno, e avviato con un budget di 25 milioni di euro: 12 milioni messi a disposizione dalla nostra Fondazione , cui si sono aggiunti 5 donati dalla Fondazione Vismara, i 3 di Intesa Sanpaolo e i 300 mila euro di Fondazione Fiera. Questi grandi partner hanno raccolto l’appello non solo contribuendo al budget, ma con una serie importanti di servizi, e soprattutto di relazioni che si stanno rivelando essenziali per facilitare lo sviluppo del progetto.

Vogliamo che i bambini e le famiglie che vivono in povertà vengano aiutate ad uscirne una volta per tutte, con iniziative che non guardano all’assistenzialismo, ma alla dignità delle persone. Un esempio: per aiutare i papà di questi bambini, li abbiamo coinvolti dando loro impiego in cantieri legati ad altri progetti o iniziative collegate. Si parte dalle cose pratiche e semplici, che lo sappiamo, semplici non sono per niente.

Fino a questo momento, il lavoro realizzato conferma che è possibile andare oltre le stime. Stiamo affrontando il problema con metodo scientifico, con tecniche moderne, quelle che vengono definite data analysis. Per la prima volta, grazie a un lavoro complesso abbiamo incrociato 21 database di altrettante misure pubbliche legate a famiglie in povertà; è possibile capire quante persone ricevono benefici e a quanto ammontano gli aiuti economici erogati. Il prossimo obiettivo sarà stabilire il numero di famiglie con minori in povertà assoluta che non ricevono trasferimenti pubblici, quindi maggiormente a rischio.

Proprio in questi giorni QuBì entra nel vivo attraverso un altro intervento concreto: “Al Bando le povertà“, il bando dedicato alle reti del terzo settore che già lavorano nei territori interessati, ovvero i quartieri della città in cui sono presenti maggiormente condizioni di fragilità e di bisogno. Il bando ha l’obiettivo di favorire la capacità di risposta organizzata da parte del privato sociale, il rafforzamento di reti collaborative e l’incremento della relazione tra il Comune di Milano e le famiglie che vivono una condizione di profondo disagio sociale.

Non riusciremmo a fare nulla senza il coordinamento con le istituzioni locali e gli enti non profit e la rete del Terzo Settore da sempre mobilitata su questi problemi; non nasce una nuova ennesima iniziativa, ma un programma triennale che aggrega risorse, persone, istituzioni, Caritas, Banco Alimentare, Fondazione Pellegrini… tutti schierati insieme, pronti a scendere in campo, anzi stanno già giocando la partita con la strategia, la tattica, la forza e il coraggio che serve quando l’avversario è ostico.

(Questo post è a cura di Giuseppe Guzzetti- presidente Fondazione Cariplo e proposto da Huffington Post)

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