Cosa risponde Nostro Signore ai dipendenti di Orio sul lavoro Natalizio

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Milano 16 Novembre – “Egregi signori, con la presente i sindacati del commercio Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Bergamo chiedono che la vostra società riveda il piano delle aperture durante le prossime festività di fine anno. Quasi la metà dei dipendenti ha firmato una petizione avviata dagli stessi lavoratori, e molti ancora continuano a aderire all’iniziativa – scrivono i sindacati – iniziano a pensarla in questo modo anche alcuni parlamentari intenzionati a rivedere una legge che confondeva la liberalizzazione con un liberismo sfrenato e senza regole e senza rispetto delle sfere familiari e personali; inizia a pensarlo anche una buona fetta di potenziali clienti, consapevoli che sia più utile privilegiare il riposo festivo al desiderio di vedere soddisfatti bisogni occasionali.

La festa è e deve rimanere una ricchezza dei lavoratori e della famiglia: non possiamo ridurla a un affare in nome di un liberismo che ci piace sempre di meno. Il riposo è e deve rimanere un diritto di qualsiasi essere umano: il lavoratore non può essere ricattabile sul piano dell’occupazione, il consumatore non deve essere continuamente spinto a consumare”.

Così metà dei lavoratori del centro commerciale di Orio al Serio. No, stavolta non faremo notare che a Natale non sono gli unici a lavorare, ma sono certamente gli unici a lamentarsi. Né faremo loro notare che se non vogliono lavorare, possono anche dimettersi e lasciare il posto a qualcuno che ne ha bisogno. Affatto. L’impossibilità di lavorare durante le feste, imposta per legge, ha più di 25 secoli. Ed è stata affrontata da Nostro Signore. Quindi lasceremo rispondere Lui, che è certamente più qualificato di me a rispondere:

1 Un giorno di sabato passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. 2 Alcuni farisei dissero: «Perché fate ciò che non è permesso di sabato?». 3 Gesù rispose: «Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni? 4 Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». 5 E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
6 Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c’era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. 7 Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui. 8 Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». L’uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. 9 Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?». 10 E volgendo tutt’intorno lo sguardo su di loro, disse all’uomo: «Stendi la mano!». Egli lo fece e la mano guarì. 11 Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

Dal Vangelo secondo Luca, capitolo sesto. Quindi, se intendete lavorare la Domenica per sfamare la vostra famiglia, o a Natale, se è per quello, sappiate che ne avete piena facoltà. E che quelli che stanno meditando di impedirvelo sono gli eredi morali dei Farisei.

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