Milano 20 Settembre – La percezione che gli islamici siano chiusi nel loro mondo e non intendano integrarsi è confermata da un sondaggio Ipr Marketing pubblicata dal Quotidiano.net “Oggi in Italia non esiste un profilo standard dell’immigrato, ma il comportamento dei musulmani è fortemente condizionato dall’età. Si dividono, infatti, in due macro gruppi: gli over 54 sono oltranzisti, conservatori e non hanno intenzione di integrarsi. Nei più giovani, invece, la spinta verso l’Italia è un po’ diversa: circa la metà si sente integrata (45%) e l’altra metà si divide tra chi vuole integrarsi (ma non ci riesce) e chi proprio non vuole. Due universi di riferimento complementari, decisioni generazionali: i giovani non sono apertissimi verso la cultura occidentale, ma risultano più incuriositi. Col crescere dell’età c’è una vera chiusura verso l’occidente. Sei immigrati su dieci si dichiarano non integrati (58%), ma il dato critico è che il 31% (un terzo del totale) non vuole integrarsi, mentre un ulteriore 28 per cento vorrebbe, ma non ci riesce. I motivi di queste difficoltà e ritrosie sono legati al lavoro e alla lingua, due temi spinosi per gli stranieri in Italia….IL 64% degli immigrati svolge la propria vita sociale nella comunità islamica: il 92% degli over 54 dice di avere relazioni solo nel proprio clan, quota che scende al 73% tra i 35-54enni e cala a chi ha fino a 34 anni. I più giovani cercano relazioni fuori dalla comunità, i più adulti sono bloccati. Rispetto alla lingua italiana, altra importante criticità, uno su due afferma di conoscerla bene (47%): gli anziani sono ancora indietro nella classifica (23%). Il 38% sostiene che un suo figlio dovrebbe sposare solo una persona musulmana, quota non maggioritaria ma importante. Significa che quattro su 10 sono chiusi verso altre religioni: si trovano più al Nord (40%) che al Sud (12%).”
Facile dedurre che non c’è la volontà di conoscere gli aspetti e le regole di convivenza di una società come la nostra. E ancora meno la nostra cultura e la nostra religione. E il rispetto che dovrebbe derivarne. Facile quindi comprendere l’esigenza gridata per il riconoscimento di diritti e solo quelli, con la supponenza di un’impunità guadagnata sul campo, considerata l’estrema tolleranza della politica e della giustizia italiane. E si continua a parlare di inclusione sociale, parole tanto care alla sinistra. Ma per ora abbiamo incluso socialmente la loro violenza ingiustificata, il degrado sparpagliato in ogni angolo di Milano, la loro ignoranza. Sintetizza Il Giornale “Solo negli ultimi mesi le segnalazioni di degradi si sono moltiplicate, portando più la “bella Milan” agli onori della cronaca. A maggio una coppia venne immortalata a fare sesso in corso Garibaldi. A luglio i residenti del municipio 3 lamentarono aree diventati bagni pubblici per sbandati che fanno i loro bisogni ovunque. E qualche giorno dopo un uomo nudo si abbeverò ad una fontana in Piazza della Repubblica. Non basta? In questi giorni è emerso che le grotte del parco Montanelli sono diventate dei veri e propri rifugi per immigrati, irregolari e sbandati.”
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano