I fondi non arrivano, scuola a rischio per gli alunni disabili

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Milano 10 Settembre – Chissà quante volte ancora si dovrà constatare che la legge sull’abolizione delle province è una legge pasticciata e deleteria. Una riforma nello stile Renzi, cioè improvvisata e inadeguata. Questa volta parliamo di 7 milioni che mancano per assicurare i servizi di assistenza e trasporto per i 2300 studenti disabili che lunedì torneranno a scuola in provincia di Milano. Scrive Giampiero Rossi sul Corriere “Oltre 2.300 studenti disabili della provincia di Milano si aspettano i servizi di assistenza e trasporto di cui hanno imprescindibile bisogno. Il costo di questa rete di sostegno è di oltre 10 milioni di euro, ma al momento le casse della Città metropolitana possono contare soltanto sui 3,4 milioni stanziati dallo Stato. Mancano, dunque, all’appello circa 7 milioni. Un buco nero finanziario che rischia di tradursi, ancora una volta, in disagi pesanti per quei ragazzi, per le loro famiglie, ma anche per scuole, insegnanti e compagni di classe.

Per tutta l’estate negli uffici della Città metropolitana si è lavorato fino a notte su tabelle, testi di legge e bilanci. I tecnici si stanno dannando per far quadrare conti impossibili, perché l’ente locale che ha raccolto l’eredità della Provincia si ritrova con diverse competenze, anche molto delicate, e ben poche risorse per farvi fronte. A seconda dei casi, infatti, deve rivolgersi a batter cassa allo Stato o alla Regione.

Per quanto riguarda i servizi di assistenza alla comunicazione per alunni con disabilità sensoriali e di trasporto scolastico per le scuole superiori, i fondi dovrebbero provenire sia da Roma sia da Palazzo Lombardia. E, secondo quanto trapela da Palazzo Isimbardi, mancano proprio 6 milioni di euro che la Regione dovrebbe versare a copertura di un servizio che ha affidato «in deroga» alla Città metropolitana. Il braccio di ferro procede da mesi sottotraccia, a livello di apparati tecnici: la Regione sostiene di aver già fatto la sua parte, l’ex Provincia ha ripassato al microscopio tutti i conti degli ultimi due anni per dimostrare il contrario….«Dopo due anni di precarietà ci si aspettava un po’ di normalità e di continuità — commenta Rodolfo Masto, commissario straordinario dell’Istituto dei ciechi — e mi chiedo come facciano queste istituzioni, che non hanno certezze sul futuro, a essere in linea con le aspettative della città». Quindi ricorda il punto fondamentale su cui insistono le istituzioni che si occupano di persone disabili: «Non si tratta di costi ma di investimenti, perché un disabile ben formato e ben inserito non risulterà poi per sempre a carico della società». E anche Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità) e Fand (la federazione nazionale) rilanciano l’allarme: «Il rischio di confusione è alto — dicono i due presidenti, Alberto Fontana e Nicola Stilla —. A seconda delle scelte dei diversi Comuni, il servizio potrà essere erogato o meno, creando così ulteriori disparità a livello territoriale. Le famiglie, salvo pochi casi, sono state lasciate dalle istituzioni in una situazione di totale disorientamento».

Che dire? Abbiamo già detto che La Città Metropolitana non decolla, che il deficit è complessivamente di 45 milioni, che la distribuzione delle competenze è oggetto ancora di bisticci più o meno palesi, che non si capisce che cosa l’ex Sindaco Pisapia abbia operato per rendere efficiente un baraccone imposto da una legge a dire poco ambigua.

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