Io, aggredito dai clandestini in Biblioteca Sormani

Milano

di Claudio Bernieri

 

Milano 28 Maggio – Sto facendo una ricerca sul vate nazionale Saviano, e mi urge una connessione  Internet. Mi affretto nella stanza dei quotidiani, con connessione gratuita WI FI. Benedetta Sormani. Piano terra, comoda vicinanza al WC,  distributore caffè caldo e bevande in un angolo.. Un buen ritiro.

Ma il luogo, ahimè, assomiglia più a una stanza di aspetto della Stazione Centrale che a uno scriptorium benedettino: ma nessuno che consulti il Nome della Rosa. Presidio di  extracomunitari nullafacenti con il cellulare di ultima generazione in mano. Musica rock nelle orecchie a manetta, e 35 euro al giorno in tasca. Chi ascolta raggae, chi russa, chi telefona a casa, chi mangia un panino…Sbadigli di  giganti ciabattanti. Olezzo di gorgonzola nell’aria. Qualcuno  della  tribù dei Piedi Neri  tiene aperto un giornale: improbabile che segua l’andamento in borsa. Ma lo sguardo è fisso sul  Sole24 ore. Non trovando posto, mi siedo nelle prime file riservate a chi consulta i quotidiani. Ma la guardarobiera mi intima di alzarmi. Non si può aprire il Mac su tale  seggiola prenotata.

Ammicco. “ I posti di dietro, quelli per chi ha il computer,  sono occupati da loro, i rifugiati, lo saprà, bah,  i soliti clandestini…”

Si alza un gigante nero, tale e quale il nostromo del Narciso di Conrad: “ Como  hai detto? Rassista, adesso chiamo la pulisia”

“ No, siete voi che dovete uscire da qui,  in Sormani   si consultano libri nel silenzio “

Si alzano : i  guerrieri Piedi Neri saranno in trenta…  Arrivano come mosche altri ciabattanti che insultano, alzano i pugni: “cabron, vai via italieno…” Mi circondano.

Protesto: “ siete clandestini comunque alle regole della grammatica  e del bon ton“ ribatto.

“Questa Biblioteca  è un posto pubblico e può sedersi chiunque…non può cacciare via i clandestini” spiega  serena la guardarobiera “Ma lei non può sedersi nelle file riservate a chi consulta i  quotidiani”

“Ma i posti riservati a chi ha il computer sono occupati da questi qui. Guardi c’è chi dorme, chi russa… E non mi dica che stanno consultando  La teoria dei sogni di Freud”protesto.

Tuttavia il nostromo del Narciso si avvicina imbufalito, fa partire un colpo di karate. Lo schivo.

Ne arrivano una dozzina, di nostromi enormi come elefanti……habituè del russare in sala di lettura.

Qualcuno infila la mano in tasca…

Ci sarà un coltello o una edizione tascabile Bur?

Giunge il Soviet interno della Sormani: chierici marxisti leninisti equosolidali multiculturali. I soliti sindacalisti del Cub. Mi invitano ad uscire in fretta.

Faccio il Celine: “ ah, sarei io che dovrei  levare le tolle?”

I nostromo del Narciso si avvicina ancora: “sdrunzo…” La sua ghirba è a pochi centimetri….

La guardarobiera è l’unica transenna mobile che mi difenda dal linciaggio: le risorse  sono pronte al massacro…

Cosa farebbe Montalbano in questo frangente? Cosa farebbe il giovane Holden? Arrivano ex parà del Kenya, capibastone dello spaccio del fumo alle Colonne di san Lorenzo, mammasantissima senegalesi…paisà del Congo …bru bru afgani…..tutti appena scesi dal Gommone express delle 10,05… E cosa farebbe  Renzo Tramaglino?

Ma è chiaro: si  darebbe  alla fuga. Esco con le pive nel sacco dalla Sormani, maledicendo le inutili  grida di Pisapia e  Granelli.

Tossici alle entrate… altri sfaccendati ciondolanti scesi dal Gommone Express delle 14  mi avvertono  in dialetto tutsy  : “ cumpà, ci senti bene? Allora  smamma. O sei sordo…?”.

Ribatto in dialetto meneghino, in modo che il baluba non capisca: “Dovranno  arrivare le elezioni, bellezza…ci rivediamo dopo il 5 giugno…la Sormani agli studiosi  ”

Sembra di stare ai picchetti nelle case occupate di san Siro, con gli sgherri del Cantiere a proteggere il racket.

Chiedo formalmente al ministro della cultura Franceschini di togliere la scorta a Saviano e di assegnarla  a me, studioso minacciato: domani voglio tonare in Biblioteca  Sormani a consultare un libro. A prescindere dal Soviet progressista che difende  e incoraggia i picciutteddi  del racket del dolce far niente .

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