Fanno il deserto e lo chiamano Area Pedonale

Milano

Milano 4 Febbraio – Ma della pedonalizzazione di piazza Piccoli Martiri, a Gorla, vogliamo dire qualcosa?

Maran ha dichiarato che pedonalizza per consentire ai milanesi di scoprire l’autentica bellezza di quest’angolo di una Milano rimasta intatta nei secoli (è solo stata bombardata, che volete che sia…): io “l’autentica bellezza di quest’angolo di una Milano rimasta intatta nei secoli” l’ho scoperta passeggiando a piedi lungo la ciclopedonale che costeggia la Martesana da Melchiorre Gioia (Cassina de Pomm’) fino all’incile, a Concesa di Trezzo sull’Adda (al confine tra Milano e Bergamo sulla sponda milanese), del Naviglio stesso, senza bisogno di ideologiche pedonalizzazioni, in compenso girando nelle viuzze intorno alla ricerca di un parcheggio di sera tardi (chi gira di sera tardi in viale Monza in bici?) ho percorso più volte quel ponticello con l’automobile.
Senza quel ponte, muoversi all’interno del quartiere, per esempio per arrivare ad una determinata attività commerciale o per cercare un parcheggio, diventa impossibile, praticamente significa segare in due la zona (visto che al di fuori del viale Monza, sul quale però è impossibile fare inversione senza percorrere chilometri, non ci sono altri ponti): considerando che lungo il Naviglio, proprio accanto a quel ponte, corre una lunga ciclopedonale in mezzo al verde, che poco dopo costeggia il Parco Martesana con tanto di anfiteatro, in una zona in cui, poi, sul Naviglio si affacciano soprattutto ville con verdi parchi, voler pedonalizzare significa solo e soltanto compiere l’ennesima operazione cretina in una città già martoriata da provvedimenti inutili che danneggiano solo il traffico.
Maran e soci o sono talmente invasati di ideologia da non vedere le conseguenze disastrose senza alcun beneficio dei loro provvedimenti demenziali, oppure sono talmente invasati di ideologia da vedere benissimo i disastri che creano, ma sono contenti di crearli (anzi, non hanno altro scopo) soltanto per danneggiare quello che hanno eletto come nuovo nemico da abbattare ad ogni costo perché rappresentazione simbolica e anche concreta del male assoluto, cioè il capitale (altrui). Non c’è altro motivo, perché sinceramente non è che ci sia un antico quartiere da tutelare (la piazza Piccoli Martiri, oltretutto, è moderna, occupata dal monumento a ricordo della strage di Gorla del quarantaquattro…) e, comunque, c’è una lunghissima ciclopedonale che catalizza tutte le esigenze ciclopedonali del quartiere.
L’unica vera conseguenza di questa ennesima e scema pedonalizzazione sarà l’aumento della congestione del già complesso tratto di viale Monza che attraversa Gorla!
Certo, la pedonalizzazione sarà solo “festiva”, sempre nella logica demenziale di voler “compensare” le limitazioni alla mobilità dei cittadini con “feste di quartiere” che dovrebbero ingenerare una ridicola “socializzazione” dirigisticamente indotta dall’alto, in modo da ridurre la città di Milano ad un agglomerato di piccoli e poveri paesini di provincia, in cui tutti spettegolano di tutto e non escono dalla corte (del resto, chi non ci ha mai vissuto e oggi fa il radical chic rimpiange le case di ringhiera…). Insomma, l’induzione forzosa di quei triste grigiore e degrado che hanno sempre caratterizzato l’immobilità dei paesi comunisti, in contrastato con il brillante e vitale dinamismo che, invece, caratterizza i paesi capitalisti.
Ma questo, davvero, poco cambia, perché non è che, ormai, la domenica, per Milano, ci sia poco traffico: molte attività sono aperte anche la domenica, per cui traffico ce n’è anche la domenica. Bloccare l’uso dell’auto vuol dire danneggiare quelle attività, vuol dire limitare le possibilità di movimento per gli anziani che, magari, approfittano della domenica per farsi accompagnare dai figli i dai nipoti, ecc.
Almeno, io la vedo così.

(Pezzo di A.B. Pubblicato su Facebook nel Gruppo Piazza Castello e la nostra Milano non sono una fiera arancione)

 

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