Milano 29 Dicembre – Il nuovo anno porterà un aumento delle tariffe e dei prezzi che si tradurrà per le famiglie in un aggravio pari a 551 euro. Il calcolo è del Codacons che ha elaborato uno studio sugli incrementi di spesa previsti per il 2016 sul fronte prezzi e tariffe.
La situazione generale è a luci e ombre perchè, dice l’associazione dei consumatori, a fronte di significativi aumenti per alcuni settori, si registreranno nel corso del prossimo anno anche delle diminuzioni di spesa. Nello specifico, la ripresa dell’inflazione, che secondo gli analisti dovrebbe attestarsi attorno all’1% nel 2016, porterà le famiglie a spendere 298 euro in più per effetto della crescita dei prezzi al dettaglio, e 189 euro in più per la sola spesa alimentare. Aumenti che si ripercuoteranno anche nel settore della ristorazione con un incremento di 26 euro.
Cresceranno le tariffe per la raccolta rifiuti e i servizi idrici, con una maggiore spesa 137 euro a famiglia su base annua. Per i trasporti (aerei, treni, taxi, mezzi pubblici, traghetti, ecc.) un nucleo familiare tipo dovrà affrontare un esborso supplementare pari a 44 euro, mentre viaggiare sulle autostrade comporterà un aggravio di 27 euro. Per i servizi bancari complessivamente spenderemo 18 euro in più rispetto allo scorso anno, +9 euro per quelli postali. Discorso a parte meritano le bollette: se da un lato le quotazioni internazionali del petrolio – che secondo gli analisti saranno stabili o addirittura in discesa per il tutto il 2016 – dovrebbero portare benefici sulle fatture, dall’altro il nuovo sistema tariffario sulle bollette elettriche varato dall’Autorità per l’energia, determinerà rincari per una buona fetta di popolazione.
L’eliminazione della Tasi, l’imposta sui servizi, sulla prima casa determinerà invece un risparmio medio di 194 euro a famiglia; costerà meno il canone Rai, che scende da 113,5 euro a 100 euro, e l’assicurazione Rc auto sarà più leggera mediamente di 12 euro. Fare il pieno alla macchina comporterà una minore spesa di 68 euro rispetto allo scorso anno, ma questo solo se le quotazioni del petrolio rispetteranno le previsioni degli analisti, e se il Governo non introdurrà nuove tasse sui carburanti. Il congelamento delle clausole di salvaguardia ha disinnescato la mina degli incrementi dell’Iva e delle accise.
Parlando di prezzi non è possibile, tuttavia, dimenticare quello che è stato definito da molti analisti «l’effetto Bataclan», che inevitabilmente ha ridotto di molto la voglia degli italiani di trascorrere tempo fuori casa, con effetti negativi evidenti su hotel e ristoranti. Una situazione che a novembre scorso ha fatto scendere dello 0,4% i prezzi (con l’eccezione dei prodotti alimentari) rispetto a ottobre, consentendo solo un risicatissimo +0,1% rispetto a novembre 2014, allargando così un’area di deflazione che ha interessato ben undici grandi città italiane (un mese prima erano sette), costrette ad abbassare i prezzi. Tornando al costo dei carburanti, voce ancora importante nel bilancio di molte famiglie, è bene ricordare, come ha fatto la Cgia di Mestre, come al momento il costo del petrolio sia il più basso dal dicembre 2008, fatto però che non si traduce in un esborso minore per i costi alla pompa, visto che il pieno di benzina pesa sulle tasche degli automobilisti italiani circa il 30% in più. Tutta colpa della componente fiscale, aumentata del 32%, visto che nel 2008 un litro di benzina costava mediamente 1,115 euro al litro e oggi, nonostante la gelata del prezzo del petrolio, si aggira intorno a 1,451.
Per la Federconsumatori gli aumenti saranno anche superiori e si dovrebbero attestare a 725 euro a famiglia, purchè non scattino le clausole garanzia Iva, altrimenti sono da aggiungere altri 840 euro in più a quelli già calcolati.
In una situazione caratterizzata da una profonda crisi economica e da una forte deflazione, oltretutto in presenza di una forte contrazione dei prodotti petroliferi, la previsione di aumenti per il 2016 è dovuta a speculazione o a inefficienze di sistema (servizi pubblici), o ancora da inaccettabili incrementi di tassazioni dirette o indirettamente tramite ritocchi tariffari (in aziende partecipate) a seguito dell’abolizione della Tasi.
Spaventano inoltre i possibili adeguamenti alle ricadute in ticket sanitari i tagli effettuati alla sanità.
Laura Della Pasqua (Il Tempo)
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845