La Rai e l’ultimo dei Liberali

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Milano 5 Agosto – Non capita spesso, per noi pochi, noi felici pochi, noi ultimi liberali in un paese sconfortato e socialista, di poter gioire per una nomina. Oggi è uno di quei giorni. Diaconale nel CdA Rai ci fa sognare e sperare. Innanzitutto per la caratura del nome. Giornalista, già vicesegretario della Fnsi, la Federazione Nazionale della Stampa, è stato anche scrittore, amministratore, intellettuale e politico. Ha, insomma, tutte le caratteristiche la nomina richiede. E le sue battaglie hanno un’aura di nobiltà che ne cancella persino le macchie della sconfitta. Per esempio, quando nel collegio di Rieti fu sconfitto da Angius nelle politiche del 1996 o quando la scorsa primavera tentò di riunire in una lista le Vittime della malagiustizia, con il supporto logistico di Rete Liberale. Persino quando ha lasciato l’alveo primario del centrodestra, in rottura sulla scelta del Ppe, col senno di poi, aveva ragione. In sostanza, ha sempre combattuto la Buona Battaglia per buone ragioni. Ed oggi si trova con la sfida più difficile, entrare in un consiglio di amministrazione figlio di una legge di centrodestra che, sostanzialmente, certifica il fallimento di qualsiasi politica non lottizzatoria. Ed in un ente, peraltro, che qualunque sincero liberale vorrebbe vedere privatizzato prima di subito. Oltre a dover gestire carrozzoni storici della sinistra, tenuti in vita per quieto vivere ed in costante perdita, tipo Rainews 24. Tipo il Tg 3, ribattezzato da qualche suo geniale giornalista “Ripubblica”, per l’insuperabile freschezza delle notizie. Tipo centinaia di altri piccoli feudi, atti a compiacere l’ego e l’elettorato del Ras di turbo.

frecceroIl tutto in un’azienda sulla dubbia solidità, rigidamente divisa in potentati e con un settore informazione potente e capillare, eterno oggetto del desiderio di chi governa e spauracchio di chi si oppone. Il CdA nominato oggi è fortemente frammentato, l’area nominalmente vicina al Centrodestra conta lui e Mazzuca, allievo di Montanelli. Poi c’è l’Area Popolare, ovvero Alfano e Udc, che propongono Messa. Nomen Omen. Poi i tre Renziani. Ed infine Freccero, provenienza Sinistra se mai ve ne fosse, in quota Grillini. Grandi Maestri del detto popolare “l’appetito vien mangiando”. Cosa ne sarà di questo Cda è difficile da dire. Di certo non avrà vita facile.

Ma passando al lato pratico tra i tanti problemi, il primo, per quando marginale a prima vista possa sembrare, è quello dell’informazione economica. In Italia c’è il fondato sospetto che certe idiozie, in campo soprattutto monetario (la MMT in primis), stiano prendendo piede come malattie infettive per la totale assenza di anticorpi adeguati. Mancano programmi di approfondimento che spieghino in maniera semplice le basi. Inflazione, deflazione, libero mercato, mercato controllato. Mancano, in breve, gli Angela dell’Economia. Sembrerà un problema da niente, ma vorrei evitare che mettere la copiativa in mano al popolo sia come mettere in mano una pistola ad una scimmia ubriaca.

Il secondo grande problema è la gestione del pluralismo politico. Il Talk Show politico è in crisi perchè il formato è diventato troppo ingessato, ma farlo morire del tutto rischia di portare con sé nella tomba anche l’approfondimento. La gente non sopporta più la lotta nel fango delle terze linee del Parlamento, ma un sano giornalismo di inchiesta (e pure uno malato, Le Iene docunt) tira ancora un sacco. Ovviamente si dovrebbe avere almeno il coraggio di un Licaone per sfidare una Iena, cosa che questo CdA dubito abbia, ma almeno il Cuor di Leone da ultimo dei Liberali di Diaconale mi auguro compenserà. Non so, ve lo dico, se la battaglia sarà vinta. Ma spesso la battaglie più importanti vanno combattute a prescindere dalle chance di vittoria.

 

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