Milano 23 Luglio – «È da mesi che non porto a casa niente, se non foglie di lattuga». «Da 5 anni coltivo l’aglio e non lo mangio mai, perché, come tutte le primizie, appena è maturo sparisce». «Mi hanno rubato tutta la frutta dagli alberi». Che gli orti privati, a parte quelli ben recintati, siano una preda facile per i ladri non è una novità, ma gli appezzamenti di via Villoresi a Sedriano, curati da un gruppo di pensionati, sono diventati, a detta loro, quasi un «supermercato gratuito». I raid durano da mesi. E, stranamente, i furti avvengono sempre quando si avvicina il fine settimana. «Che poi rivendano la frutta e la verdura ai mercati?», si chiedono i proprietari. Sono decine gli orti che costeggiano il canale Villoresi in questa zona, fra via Garibaldi e il campo sportivo. Tutti i proprietari lamentano furti occasionali, ma l’area più colpita è quella vicino allo stadio. Carlo Gussoni, 74 anni, due settimane fa ha sorpreso un uomo di circa 25 anni, nordafricano, che stava rubando alcuni ortaggi attorno alle 20.30 e lo ha affr0ntato. «Gli ho detto che era proprietà privata e che avrei chiamato i carabinieri. Mi ha detto che aveva fame, ma poi si è scusato ed è andato via – racconta il pensionato –. Se me l’avesse chiesta, gli avrei dato volentieri un po’ di frutta o verdura e così pure gli altri proprietari degli orti. Lo facciamo abitualmente. Ma rubare non è accettabile. Arrivare al mattino e trovare il nostro lavoro distrutto lascia con l’amaro in bocca. E non basta riseminare: se il periodo è passato non mangerai più quell’ortaggio per un anno».
La rabbia
Qualche metro più in là gli fa eco Luigi, 78 anni, che coltiva l’orto da 22. «Mi hanno rubato melanzane e pomodori». Tre anni fa, con appostamenti notturni, Luigi e suo figlio hanno individuato un pregiudicato di Sedriano, che veniva a rubare ogni giovedì notte. Nello zaino aveva 18 chili di ortaggi. Difficile pensare che i furti attuali siano solo opera di gente povera e affamata. Dai casotti degli agricoltori sono spariti motozappe, tagliaerba, decespugliatori. «Inoltre, nell’orto ho trovato bastoni con chiodi, abbandonati in fretta e furia». Due settimane fa, ad Arluno, un altro pensionato aveva sorpreso un ladro ed era finita in rissa. I carabinieri conoscono la situazione e le pattuglie controllano regolarmente la zona. «Ma è impensabile che possano risolvere loro il problema. Sono le istituzioni che devono inculcare il senso civico nella gente: se è proprietà privata non si entra, se si ha bisogno di qualcosa da mangiare si chiede aiuto, noi non lo negheremo. Ma basta furti«, conclude Gussoni. A quindici chilometri di distanza, nel comune di Boffalora Ticino, tre anni fa è nato un orto solidale in riva al Naviglio Grande, coltivato da un gruppo di volontari. Parte dei prodotti resta a loro e parte va a famiglie segnalate dai servizi sociali.
Giovanna Maria Fagnani (Corriere)
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