Tsipras deve solo scegliere come morire politicamente

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Milano 29 Giugno – Oggi le Banche Greche resteranno chiuse. I soldi non sono finiti, ma si vuole evitare l’insolvenza, visti i prelievi dei giorni scorsi. La BCE, formalmente, continua a fornire liquidità “di emergenza”, ma è chiaro a tutti che senza aumentarla i problemi non si risolvono. Questo perché, in sostanza, nessuno ha intenzione di risolvere alcunché. Torniamo a dieci giorni fa, il sottoscritto scrisse che la Grecia aveva ceduto l’ultima parte di sovranità economica e che quindi l’Eurogruppo avrebbe accettato, con calma, ma avrebbe accettato. Ed in effetti questa è stata la prima reazione. Poi qualcosa si è rotto. In sostanza il piano Greco guardava troppo al futuro e poco al presente. E Tsipras si era giocato tutta la credibilità. Arrivati al punto gli è stato chiesto se avrebbe fatto la Fornero o se avrebbe continuato con Bengodi. Lui ha scelto di non scegliere e giocare alla roulette Russa, invocando un Referendum estemporaneo. Il termine non è casuale. Ha bussato pure al Cremlino, che gli ha dato due spiccioli e l’ha cacciato. Idem dicasi per Pechino, che aspetta i saldi per comprare il Partenone. E nessuno, dicasi nessuno, ha minimamente intenzione di riempire di nuovo di broda la porcilaia Greca. Si preferisce lasciare i fattori a vedersela con gli animali da cortile. Che da domani inizieranno il digiuno. Junker, con una mossa geniale ha pubblicato i testo dell’accordo, per mostrare che nulla di impossibile si richiede. Le bestiole, mentre si domandano perché il trogolo sia vuoto, potranno riflettere su cosa il fattore stia facendo per riempirlo. E se davvero le richieste dei fornitori di broda siano così assurde. E siamo di nuovo alle scelte del Governo. Ce ne sono due possibili. Possono aspettare il referendum, dopo sette giorni di passione, con banche chiuse ed approvvigionamenti che inizieranno a scarseggiare (vendereste mai a negozi che non sapete se, quando e con che valuta potranno pagarvi?). Oppure, possono arrendersi entro Mercoledì, annullare tutto e far riaprire i rubinetti. Con annesse dimissioni, perchè, anche se non detto da alcuno, la clausola nascosta è che mai più l’Europa tratterà con Tsipras. Per il popolo Greco, invece, le scelte sono un po’ più complesse, anche se non di molto. Domenica andranno a votare. Potranno fare, anche loro, due cose.

Potranno scegliere, in primo luogo tra una realtà sicura ed un salto nel nulla. La realtà sicura è applicare un principio noto a chiunque: se spendi troppo devi tagliare ed aumentare le entrate. La seconda parte è odiosa ed illegittima, concordo, ma siccome un taglio doppio sarebbe controfattuale rispetto alla mentalità Ellenica, tanto vale rassegnarsi ed accettare l’aumento nella categoria “Realtà”. La categoria Nulla prevede un’autarchia monetaria con banche chiuse, code ai supermercati. E fame. Quella vera. In secondo luogo dovranno scegliere se reggersi in piedi su dei principi (ripagare i crediti, mantenersi da soli e rispettare regole liberamente accettate) o non reggersi in piedi affatto. Infine gli verrà chiesto di scegliere tra il disonore e la fame. Se sceglieranno il disonore, ovviamente, avranno anche la fame. Quella vera, si intende.

E sia chiaro, sarà comunque, ed in ogni caso, solo colpa loro. Io Tsipras non l’ho votato. Loro sì. In massa. Se lo smazzino. Stavolta, finalmente ed una volta per tutti, senza i soldi degli altri!

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