Il tesoretto dei poveri rom? Ammonta a 40 milioni

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Milano 3 Giugno – Intestazioni fittizie di beni, riciclaggio, evasioni fiscali, emissione di false fatturazioni: da Nord a Sud dell’Italia i gruppi criminali di etnia Rom affinano le tecniche per aggirare la legge e mettere da parte veri e propri «tesoretti».

In un anno e mezzo, da dicembre 2014 a oggi, la Guardia di finanza ha posto sotto sequestro a organizzazioni sinti ben 40 milioni 27mila 520 euro.

I risultati investigativi sono il frutto di accurati accertamenti finanziari, su tutto il territorio nazionale, predisposti dal comandante generale delle Fiamme gialle, Saverio Capolupo.

ROM E REATI FINANZIARI

Controlli mirati in materia economica che aprono nuovi scenari anche sulle organizzazioni di nazionalità Rom insediate in Italia: di fianco ai piccoli reati, quelli che quotidianamente intasano le aule di giustizia, sono stati scovati veri e propri «sistemi» ben rodati, tesi a incamerare milioni di euro e a nasconderli alle autorità italiane. In sostanza, dietro il mendicante o il borseggiatore, potrebbe nascondersi un’organizzazione capace di “giostrare” con diverse tecniche finanziarie per far sparire i patrimoni illecitamente accumulati per milioni di euro.auto-finanza

ROMA CAPITALE

D’altronde tra il 2013 e il 2014 la Guardia di finanza di Roma ha fatto luce proprio su questo nuovo aspetto, sequestrando complessivi 7 milioni 423mila 714 euro a sinti. Nella Capitale c’erano alcuni soggetti di etnia rom che potevano godere di una vita a «canone zero»: dalla fornitura dell’alloggio, fino all’acqua, dall’energia elettrica al servizio Ama con la Tarsu. Tutto era riversato sulle tasche dei cittadini romani, mentre i conti correnti di questi soggetti indagati si arricchivano. Nell’ultimo anno e mezzo il trend è stato al rialzo su tutto il territorio nazionale.

VILLE E TERRA A FROSINONE

Sulla carta erano nullatenenti, ma nei fatti possedevano un patrimonio di oltre 5 milioni di euro. E’ quanto scoperto a Frosinone dalla Finanza, su due soggetti di etnia rom, già condannati per usura e rapina.

Gli investigatori hanno scovato un’intensa attività di reinvestimento dei capitali illeciti, trovando immobili di ingente valore, terreni, numerosi conti correnti e denaro liquido.

Attraverso i successivi accertamenti bancari, si è scoperto che i due avevano avviato anche un’attività di prestito di denaro a tasso usuraio, in cui erano finiti vittime diversi cittadini di Frosinone.

DAL CAMPO ROM AL VILLONE

Poi c’è il vasto sequestro compiuto a Bergamo, che ha svelato l’alto livello imprenditoriale sia lecito sia illecito di sinti. Ben 33 persone sono state denunciate e sono stati sequestrati conti correnti bancari, immobili, automezzi e un motoscafo.

In particolare, ci sarebbero state omesse dichiarazioni, indebite compensazione di crediti Iva, emissione di fatture per operazioni inesistenti, distruzione o occultamento della contabilità e illecita somministrazione di manodopera. Il danno all’Erario è stato quantificato in 31 milioni 327mila 520 euro, 5 milioni 850mila 562 euro di Iva evasa, 7 milioni 22mila 129 euro di crediti di imposta fasulli, oltre a 6 milioni 811mila 924 euro di fatture per operazioni inesistenti.

Di fianco a questa ramificata frode, è stata beccata una latitante rom destinataria di un ordine di carcerazione, in quanto condannata definitivamente a sei anni per plurimi reati contro il patrimonio. La donna, seppur ufficialmente residente in un campo nomadi di Bedizzole, viveva sotto diverse generalità in una lussuosa villa a Boltiere, nel bergamasco.

LA FRODE DECENNALE

A Venezia, invece, la Finanza ha scovato un intero nucleo familiare rom, impegnato in un’attività imprenditoriale nel commercio di automobili, totalmente sconosciuto al fisco. Stando alle rielaborazioni, in dieci anni avrebbe occultato ben 31 milioni di euro, di cui 6 di Iva evasa. Secondo gli investigatori «si tratta di un patrimonio particolarmente ingente, costituito negli anni grazie alla costante evasione fiscale, che ha consentito agli indagati di ottenere un illecito vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti onesti e rispettosi delle regole».

Così, la famiglia sinti è stata trovata in possesso anche di automobili di altissimo pregio: Audi, Bmw e Mercedes ma anche Ferrari, Jaguar, Lamborghini e Porsche.

FALSI POLIZIOTTI

A Torino, invece, due coniugi rom sono stati beccati con un patrimonio complessivo di 1 milione 200mila euro. Denaro che sarebbe stato accumulato attraverso furti, rapine e truffe. In particolare, i due avrebbero attuato la «tecnica dei falsi appartenenti alle forze di polizia o dei finiti impiegati statali incaricati di verificare la genuinità delle banconote in possesso soprattutto di anziani».

Sotto sequestro sono finite due ville con terreni nel Comune di Asti, un vigneto nell’Astigiano, il contenuto di tre cassette di sicurezza, sei rapporti di conto corrente bancario, un dossier titoli e polizze assicurative intestate ai due nomadi sinti, per un valore complessivo di circa 1,2 milioni di euro.

Ivan Cimmarusti (Il Tempo)