Milano 11 Maggio – (Colonna sonora dal “Barbiere di Siviglia”) Largo al factotum della città (considerazione molto personale di Pisapia)
Largo!
La la la la la la la la la la!…
Ah, che bel vivere,
che bel piacere
che bel piacere (Alla faccia dei milanesi che tirano la carretta)
per un barbiere (No non pensate a Figaro, pensate a Pisapia che ha fatto barba e capelli a Milano sforbiciando le tasche dei milanesi come non mai)
di qualità
di qualità ! (Ma dove? Ma quando?)
Bravo, bravissimo; (per chi? Per i radical chic alla Prada?)
Bravo!
La la la la la la la la la la!
Pronto a far tutto
la notte e il giorno
sempre d’intorno
in giro sta. (Tagliare nastri per opere non sue, pavoneggiarsi in televisione, ecc. ecc.)
Tutti mi chiedono,
tutti mi vogliono,
Pisapia qua, Pisapia là
Pisapia su, Pisapia giù
Uno alla volta,
per carità….,
Sì, per carità…da giorni Pisapia impazza alla televisione a raccontare il suo verbo lacrimoso e querulo come una litania: ho fatto questo, ho fatto quello, ho promosso una Milano dei diritti, dell’uguaglianza, ora Milano è una città libera, vivace culturalmente, una città che rispetta le minoranze, che è uscita dall’oscurantismo dei governi di destra, che si sente orgogliosa di essere amministrata in modo equo ecc. ecc.
E Vendola con gli occhi cerulei al cielo per ringraziare la Provvidenza di cotanta saggezza e intelligenza politica lo incorona “Non è male ricordare che è il miglior Sindaco d’Italia, un vero riformatore. Incarna una sinistra dei diritti e delle libertà.” E lo vorrebbe coinvolgere a livello nazionale, adesso che a sinistra della sinistra c’è un certo movimento, dopo l’uscita dal PD di Civati, dopo che Landini ha lanciato con la grancassa il suo sindacato, con la speranza che la minoranza Bersaniana si decida a smarcarsi definitivamente da Renzi. Pisapia fa la mammoletta ritrosa, ma l’idea di fare il “Mediatore” tra forze politiche che non dialogano da tempo, lo stuzzica, lo solletica. E non importa se la sua Giunta è diventata un pollaio di galletti e gallettini l’un contro l’altro armato, non importa se Ecologia e Libertà e Sel fanno a pugni con il PD (vedasi regolarizzazione del Leoncavallo), Pisapia si sente proiettato in ambiti e con compiti di un livello che più alto non si può. Milano? Un territorio troppo angusto per le sue capacità politiche e, per fortuna, in virtù di tante promesse, non cede alle lusinghe degli intellettuali (vedasi Guido Rossi su Repubblica) che lo pregano e lo supplicano di non lasciare Milano.
E la domanda nasce spontanea: ma dove proiettano il film che vedono Pisapia, Vendola, i commentatori televisivi (ad esempio Santoro) e tutto il circo barnum dei giornaloni italiani?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano