SE L’EXPO BRILLA DI LUCE E DI EVENTI, NELLE PERIFERIE ABBANDONATE INTERVIENE LA CARITAS

Milano Società

Milano 29 Aprile – Poteva essere una buona occasione. Poteva essere l’occasione per eccellenza per dare dignità e decoro a tutta la città, periferie comprese. A fronte di tante iniziative culturali, artistiche, sportive, le periferie sono state abbandonate al loro degrado, al silenzio. Quasi che la pancia di Milano, quella che soffre le difficoltà del vivere, quella che non ha bellezze da guardare, quella che combatte ogni giorno il tempo del disagio, non fosse degna di partecipare al grande evento dell’Expo. Quasi che vivere in un contesto risanato, decoroso, curato non fosse doveroso per la dignità dei singoli e della città

Milano per l’Expo ha percorsi definiti, ben guidati che escludono la Milano forse più vera, la Milano più pulsante di uomini e donne. Una Milano che ha fame di ordine, di sicurezza, di giustizia sociale, di attenzione. Una Milano che sa di essere emarginata, lasciata a se stessa, che ha gridato tante volte la fragilità e l’ingiustizia, ma inutilmente.

Eppure il tema dell’Expo “Nutrire il pianeta” obbliga a riportare a visione d’insieme aspetti politici, sociali, economici profondamente dissonanti, con mille contraddizioni. Perché lo sviluppo delle tecniche di produzione alimentare potrebbe consentire di sfamare l’intero pianeta, mentre un miliardo di persone soffrono ancora la fame o vive in condizione di expo diffusa e sostenibileestrema indigenza. E il diritto al cibo è un diritto primario che va perseguito ad ogni costo, per il raggiungimento di una giustizia sociale che dia dignità alla vita. Nutrire il pianeta non significa solo averne cura dal punto di vista della salvaguardia, ma anche promuovere lo sviluppo e la dignità delle persone. E là, dove la povertà a Milano è più diffusa, nelle periferie, la Caritas interverrà con il progetto “Expo diffusa”, che prevede incontri, eventi, iniziative di solidarietà al di fuori dell’area espositiva, in particolare nelle periferie e in luoghi simbolici dell’emarginazione, quali carceri, centri di accoglienza, ospedali, dormitori. Un programma che coinvolgerà oltre mille volontari, preparati con uno specifico corso di formazione. Insieme a loro è previsto anche l’intervento di giovani che si candideranno l’anno prossimo per il servizio civile all’estero, immaginati come futuri team leader degli operatori dell'”Expo diffusa”.

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