Milano 15 Aprile – Sì, ti racconterò il mio cuore fragile e tenace, tenero e forte, giovane e stanco. E tu ascolterai la mia favola di donna incompiuta, sul trapezio di una vita che ha ballato il dolore e la gioia, nel viaggio infinito di un sogno che sfiorava le stelle, che mangiava la terra. Un cuore che ha amato. Semplicemente amato, nei giorni di luce e nei giorni del buio, senza il limite del tempo, senza il limite del quanto o del dove o del come. Oggi il mio cuore di carta spiegazzato, consunto, ha i disegni sbiaditi delle illusioni irrealizzate, del dolore represso, del canto inespresso. Un cuore di carta che non si rompe, che non ha rimpianti, che vibra di sole e di colori. Su quella carta ogni giorno disegno un gesto d’amore per accarezzare i sogni incompiuti, la stanchezza del vivere, la solitudine che il tempo mi regala. A volte si accartoccia per la rabbia di una monotonia grigia, a volte diventa un acquarello che assorbe la suggestione delle emozioni, a volte si nasconde per non rubare la notte. Ma rimane là, in attesa che io scriva la pagina della vittoria sulle amarezze, dell’equilibrio sulla fragilità. Così, come sempre, sospeso tra il mal di vivere e la speranza, quando un gesto può essere una ferita, quando un sorriso può essere la salvezza. E il girotondo della vita può essere crudele o esaltante, un vortice verso l’abisso o un gioco di ironia: un’altalena di una donna incompiuta che può offrire a ottant’anni un cuore di carta, fragile come le foglie in autunno, quando le ombre nascondono il sole e annunciano il freddo dell’inverno.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano