FRANCIA: L’ASSEMBLEA NAZIONALE VOTA PER LA MORTE PER “SEDAZIONE PROFONDA E CONTINUA”

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Milano 14 Marzo – La Francia, oggi, così come nel XVIII Secolo, continua ad insegnare al mondo ed all’Europa, culla della Ragione nel 1700, culla della dignità umana oggi nel 2015. Con la sua politica profondamente laica e scardinata da ogni superstizione religiosa, ieri, 12 Marzo 2015, l’Assemblea Nazionale ha approvato il disegno di legge Leonetti-Claeys per migliorare la normativa in materia di “fine della vita”. I deputati hanno francia-fine-vita-in-proposta-di-leggapprovato la morte da sedazione e respinto qualsiasi legalizzazione dell’eutanasia.

L’Assemblea nazionale ha approvato così, la proposta di legge UMP-PS sulla fine della vita, consentendo in alcuni casi, l’uso di “una profonda e continua sedazione” fino alla morte.

Questa possibilità di “sonno prima di morire per non soffrire”, nelle parole di uno degli autori del testo, Jean Leonetti (UMP), “sarà riservato per i pazienti affetti da una gravi ed incurabili malattie, in stato terminale”.

La sedazione può essere decisa dal team medico quando la sofferenza del paziente non può essere alleviata da trattamenti analgesici.

Secondo il testo della legge, la sedazione può anche essere attuata quando il paziente decide, come la normativa vigente gli dà già il diritto, di interrompere qualsiasi trattamento ma solo quando il paziente non ha più aspettativa di vita nel breve termine.

La legge appena promulgata darà anche la possibilità, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà, al medico di interrompere i trattamenti qualora si ritenesse inutile, oltreché irragionevole tenere in vita un paziente artificialmente.

Gli oppositori dell’eutanasia possono tuttavia gioire: durante il dibattito dell’Assemblea Nazionale sul disegno di legge Leonetti-Claeys  per migliorare la normativa sulla fine della vita, i deputati hanno respinto gli emendamenti che hanno permettevano un’assistenza medica attiva per un dolce metodo per morire.

Inserito da un gruppo di socialisti, radicali di sinistra e ambientalisti, questi emendamenti avevano ricevuto parere negativo dai due relatori del disegno di legge, i deputati Alain Claeys (PS) e Jean Leonetti (UMP) e dal ministro degli Affari Sociali Marisol Touraine.

malato-terminaleIl disegno di legge, quindi, permetterà solo, ad avere il diritto alla sedazione profonda e continua che “accompagnerà” verso la morte i malati terminali e la cui vita è ormai giunta quasi al termine. La legge ha anche carattere vincolante in materia delle “direttive anticipate”, con la quale ognuno può rifiutare di un trattamenti medici aggressivi.

Da parte sua, l’Associazione per il diritto a morire con dignità (ADMD), che si batte per la legalizzazione dell’eutanasia, ha denunciato il “tradimento” di Francois Hollande, che ha promesso una riforma importante alla fine della vita.

Mi rendo conto che in Italia, il tema dell’eutanasia, ma anche della sedazione profonda e continua, sia un argomento “tabù” ma analizziamo la questione con un occhio non legato al “trascendente”, guardiamo l’eutanasia per quello che è nella sua cruda realtà. Si certo, esiste, e da molti è rivendicato, il diritto alla vita, ma quale diritto alla vita ho se le mie (in senso generico” aspettative di vita sono scarse, magari non più di due settimane e “torturato” da lancinanti dolori? Avrà un essere umano il diritto a interrompere questa tortura in modo dignitoso, senza dover ricorrere alla morfina per alleviare i dolori? Avrà la dignità di non dover, negli ultimi giorni della sua vita, morire come un tossicodipendente (visto che la morfina o la codeina, sono sostanze stupefacenti)? Ebbene, l’eutanasia è diritto alla dignità, diritto alla dignità di un essere umano di spegnersi in pace, da uomo libero.

Ovviamente non dobbiamo in maniera errata vedere l’eutanasia come un modo generico di suicidarsi: solo un malato terminale deve averne diritto.

L’eutanasia deve essere un esclusivo diritto, nonché un servizio, per un malato terminale; un diritto ed un servizio a cui un malato terminale potrà ricorrere solo volontariamente, rivendicando quel diritto alla dignità che appartiene a tutti gli uomini, a fronte di quel diritto alla vita che, ad un malato terminale, una grave malattia gli ha negato.