Per lasciare un segno, dopo il Castello, Pisapia fa uno scempio del Parco Sempione

Fabrizio c'è Milano
Milano 10 Marzo – Dopo Piazza Castello anche il Parco Sempione dovrà subire le cure distruttive di Pisapia. L’ansia di lasciare “un segno”, in mancanza di testimonianze tangibili in 4 anni di governo (ad es.nuovi parchi, quartieri riqualificati) porta  ad interventi spot, strampalati e forieri di futuri problemi e spese.
Ieri in Commissione l’Assessore Filippo Del Corno ha tirato dritto. La ricostruzione della installazione di Alberto Burri si farà al centro del pratone del Parco Sempione, interrompendo il disegno maestoso del burri sempionegiardino che dal 1880 è uno dei simboli di Milano. Pensare che di interventi da fare ce ne sarebbero, a cominciare dal restauro dei 2 caselli daziari dell’Arco della Pace, utilizzati come dormitorio da profughi e clochard.
A nulla sono valsi gli appelli di opposizione, comitati,  Italia Nostra e amici del Parco.
Esattamente come per Piazza Castello, si è voluto intervenire per editto senza ascoltare né condividere la decisione con nessuno, contravvenendo la prima promessa di Pisapia. Il Presidente della Zona 1, Centro Storico, è intervenuto per smentire di avere rilasciato un parere. I Consiglieri di Forza Italia e Fdi, ma anche Sonego e Strada di maggioranza hanno espresso opinioni contrarie. Su 7 interventi solo 1 è stato convintamente favorevole, quello della Pd Bocci.
Per difendere la colata di 500 tonnellate di cemento la Giunta ha dato dei galoppini elettorali del centrodestra ai cittadiniburri che invece spontaneamente e a loro spese stanno raccogliendo firme. Incredibile che anche ad Italia Nostra e a Fondazione per il Parco, che da 25 anni cura in maniera no profit, sia toccato prendersi degli speculatori elettorali!
Nella sua replica Del Corno ha detto di peggio: il teatro ospiterà concerti e spettacoli, di modo che il Parco verrà devastato e il Sempione tornerà a essere quello Zoo di Berlino che era diventato negli anni 80.
Che fare adesso contro questi incapaci di rara arroganza? In attesa che, a disastro compiuto, come per il Castello, si sveglino giornaloni e opinione pubblica, faremo votare una mozione, in modo da chiarire chi ha voluto questo scempio e chi no.
Poi  è importante continuare nella campagna sui socialmedia, in modo che una operazione voluta solo per pura immagine si trasformi  in una disfatta per l’immagine di chi l’ha voluta.
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Fabrizio De Pasquale