Milano 6 Marzo – In Liberia pare che non vi siano più casi di Ebola nei suoi centri di trattamento dopo aver dimesso, giovedì scorso, l’ultimo paziente che è stato in trattamento sanitario a Monrovia. Beatrice Yordoldo, vice ministro della Sanità liberiana, ha ufficialmente dichiarato che Nyenswah Tolbert è stato l’ultimo paziente che ha lasciato il centro di trattamento sanitario contro Ebola ed è stato l’ultimo caso accertato in tutto il paese.
“Oggi, ringrazio l’Onnipotente, il personale cinese del centro di trattamento e tutti coloro che hanno lavorato con noi”, ha detto Beatrice Yordoldo agli operatori sanitari ed ai funzionari liberiani.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha annunciato, nel suo ultimo rapporto pubblicato mercoledì, che per la prima volta, da maggio 2014, non si sono registrati nuovi casi di Ebola in Liberia nel corso dell’ultima settimana. La Liberia è stato il paese con il maggior numero di decessi causati dalla febbre emorragica e l’epidemia è in forte calo da diverse settimane, senza registrare nuovi casi di infezione nella settimana tra il 23 febbraio ed il 3 marzo.
Dallo scoppio dell’epidemia, nei primi mesi del 2014, nei paesi colpiti da Ebola ci sono stati 23.969 casi registrati e 9.807 morti, secondo l’ultimo rapporto dell’OMS. In Liberia, 4117 morti a fronte di 9249 casi di infezione; al culmine dell’epidemia in questo paese si sono registrati in sei mesi, circa 300 nuovi casi a settimana.
Negli altri due paesi più colpiti, la Sierra Leone e la Guinea, 132 nuovi casi sono stati confermati la settimana scorsa. In Sierra Leone si sono registrati 81 nuovi casi confermati, contro 65 della settimana precedente. Il saldo totale è di 11.466 persone infettate con 3.546 decessi. In Guinea, ci sono stati 51 nuovi casi confermati, contro 35 della settimana precedente con un saldo totale di 3219 casi e 2129 decessi.
Il professor Jean-François Delfraissy, che coordina gli sforzi della Francia nella lotta contro Ebola, non canta vittoria, sostenendo che tale declino vada osservato con molta cautela, naturalmente secondo il medico francese, il piano di cure e gli sforzi medici hanno cominciato a dare i suoi frutti ma la diminuzione dei contagi, secondo l’esperto, è dovuta anche alle condizioni climatiche. In questo periodo dell’anno, ha spiegato Delfraissy, in quest’area dell’Africa c’è la stagione secca e le persone tendono a muoversi in modo diverso. Inoltre è nella natura delle epidemie, una volta raggiunti i picchi, tendere a scomparire da sole.
“Ogni volta che si arriva, dopo un aumento eccezionale, ad un picco di contaminazioni, si entra in una fase in cui ci rimangono solo le persone immunizzate e l’epidemia si spegne da sola. Tuttavia è impossibile sapere se oggi siamo in questa fase. Abbiamo già pensato di esserci in Guinea nel giugno 2014, ma l’epidemia è improvvisamente risorta durante l’estate”, ha così concluso la sua dichiarazione il coordinatore francese.
Impiegato presso una nota multinazionale americana, ha avuto varie esperienze di dirigenza sia in campo professionale che in campo politico.
Scrive per Milanopost ed altre testate, soffermandosi soprattutto su Israele, Medio Oriente, Africa sahariana e subsahariana. Giornalista Freelance scrive più per passione che per professione.