UN MONDO DI SOLITUDINE SENZA DIRITTI

Le storie di Nene

Milano 5 Marzo – Esce da un cancello qualunque, di una casa popolare qualunque, ogni martedì e solo al martedì,  per comprare tre cose da mangiare al mercato. Il cappotto liso e informe senza età, le mani deformi dall’artrite, il viso dolente, lo sguardo assente. Si trascina a piccoli passi, lenti, pesanti come la sua solitudine, un’anziana come tante, senza parole, senza sorrisi, senza nome. Il vociare dei passanti non la distrae, sa dove andare, sa che cosa fare. Deve comprare tre banane e tre pere, due pomodori, un pezzo di formaggio e il pane anche raffermo, non importa, serve per fare il pan cotto. Non conosce i colori, non riconosce le voci, non ascolta il canto della vita. Da anni il suo mondo è raccolto in un palmo di metri: casa e mercato, mercato e casa. E ogni martedì inciampa nel tombino rotto, sta attenta alla buca là dove il marciapiede finisce, uno sguardo sfiorato all’albero del cortile, un’esitazione impercettibile per vedere se sono nate le glicini all’angolo del muro. Il tempo passa con la sua velocità, ma il suo tempo ha un’altra storia ripetitiva e stanca: ha la voce della solitudine e dell’abbandono.

E se questa è vita, qualcuno mi spieghi come e perché la vecchiaia possa essere una fase della vita senza diritti. Diritti sanciti dal cuore e dalla legge. Perché il diritto ad avere una vita sociale, ad essere autosufficiente economicamente, a vivere in un ambiente non degradato è il minimo che si possa, anzi si debba, offrire a chi è anziano. Quando la rassegnazione è il colore del tempo, quando si pensa che non ci siano parole per chiedere aiuto, quando si è desiderato inutilmente e per troppo tempo un pò di umanità, si rimane soli “come un nocciolo in una ciliegia”. E l’immagine è di una vecchia canzone milanese.

Come questa anziana, quante altre a Milano? Ma anche qualora esigessero che l’Aler facesse la doverosa manutenzione nelle case, che i marciapiedi venissero aggiustati, che il Comune mandasse un assistente sociale, che lo Stato provvedesse per una vita dignitosa, che risposta riuscirebbero ad avere?  Il silenzio.

Questo è un  mondo di solitudine senza diritti.

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