Gli interrogativi, dopo la liberazione di Greta e Vanessa

Attualità Esteri

Milano 17 Gennaio – L’intenzione non si discute. Vanessa e Greta sono andate in Siria con il sole negli occhi, con il cuore in mano, con l’entusiasmo che anima i giovani a vent’anni. Le ricordiamo solari, soridenti, spinte da una volontà che non conosceva nè calcolo nè riflessione, ispirate dal bene che potevano comunicare e fare. Insieme, amiche, con un comune sentire. E ancora insieme hanno attraversato cinque mesi d’inferno, di prevarticazioni, di ingiusta prigionia. Un calvario di cui non si conoscono i dettagli, le sofferenze, le violenze psicologiche. Sono tornate, ancora la paura negli occhi cupi, il sorriso appena sfiorato. Vestite di nero, il cappuccio quasi uno chador, lo sguardo abbassato, quasi una resa alla sottomissione. Profondamente cambiate nei gesti, nel modo di comunicare: ci vorrà tempo per dimenticare. Ma potranno testimoniare, qualora fosse ancora necessario, come sia la condizione della donna nei paesi musulmani.vanessa-greta

Per fortuna tutto è finito bene, ma alcune considerazioni vanno poste, per amore di verità e perché non si debba tra un mese o un anno o chissà quando dover commentare fatti analoghi.

Dovrebbe essere chiaro che chi si avventura in zone di guerra con una ONG più o meno improvvisata, lo fa a suo rischio e pericolo. Naturalmente fanno eccezione i volontari che partono con un incarico ufficiale ad esempio voluto dallo Stato o da riconosciuti organismi internazionali.

Dovrebbero essere omologati da parte degli stati occidentali i criteri da seguire nel caso di rapimenti, perché non si verifichino diversità di modi e di valutazioni nel momento di trattare con i rapitori la liberazione degli ostaggi. Non è possibile che si passi dall’intransigenza più assoluta, al riscatto pagato con una certa facilità. Nei prossimi giorni il valzer riscatto pagato, riscatto non pagato fornirà l’occasione di un dibattito acceso. Come sempre, dopo la liberazione di un ostaggio. La verità, per ora, è la salvezza di due giovani vite umane.

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