Botti, inquinamento e lotta all’evasione. Le balle di Pisapia

Fabrizio c'è Milano

Milano 3 Gennaio – Il nuovo anno comincia con vecchie abitudini del Comune e nuovi strabismi del più importante quotidiano milanese.

Il Comune targato Pisapia non prova nemmeno a difendere il flop dell’ordinanza anti botti: 25 multe appioppate mentre in città si scatenava la solita santabarbara! Ma cosa ci si poteva aspettare con 40 vigili sulle strade a controllare?

Non contento il Comune arancione prova a rifilare altre 2 balle propagandistiche: l’inquinamento calato grazie ad area C e l’aumento dei redditi dichiarati.

Sul primo punto è assodato che l’inquinamento è sceso per effetto delle piogge: è stato un anno molto piovoso, 9 esondazioni del Seveso stanno a testimoniarlo. Peraltro in tutti i Comuni, non solo dove vige Area C, le centraline hanno registrato una diminuzione.

Ma il capolavoro è un interessante articolo del Corriere. Il Titolo sembra il programma di Pisapia: aumentano i redditi dichiarati nonostante la crisi, frutto dei controlli, il Comune esulta.

Se però si legge il testo, si capisce che Pisapia non ha alcun merito. Si tratta infatti di statistiche dell’Agenzia delle Entrate relative alla dichiarazione 2012, evidentemente basate su redditi 2011, e sul quinquennio 2007/2011.

Sulle ragioni per cui, nonostante un periodo di crisi (2006/2011), i redditi dichiarati dai milanesi siano cresciuti, il Corriere dà il merito a Prodi, alla legge Bersani contro l’uso dei contanti, persino ai blitz a Cortina voluti da Monti .

Anche qui però siamo fuori strada perché poi si legge che dei 29 miliardi dichiarati dai milanesi il 50 % deriva da lavoro dipendente e il 35% da pensioni. Dunque è difficile che tutto l’aumento sia dovuto al 15% restante di lavoro autonomo e imprese.

Proviamo allora a dare una spiegazione semplice semplice, che i soloni del Corriere non hanno nemmeno provato a dare: i redditi di Milano sono aumentati fino al 2011 perché a Milano si praticavano politiche in controtendenza rispetto al resto del paese. Tasse comunali al minimo fra le grandi città, investimenti effettuati con la vendita di patrimonio, politiche che favorivano i settori del mattone e del commercio, con connessa occupazione indotta. Insomma ai tempi del centro destra una politica fiscale e tariffaria attrattiva per nuove iniziative economiche creava lavoro e sviluppo. Altro che le tasse di Pisapia che portano solo miseria e disoccupazione.

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Fabrizio De Pasquale