15 agosto, ore 10.00, 11.00, 15.00 e 16.00
Coro di San Maurizio al Monastero Maggiore . Via Lanzone 13
Maurizio Salerno, organo
La musica antica risuona in città durante Ferragosto, con le visite e i momenti musicali presso il Coro di San Maurizio al Monastero Maggiore. Mercoledì 15 agosto alle ore 10.00, 11.00, 15.00 e 16.00, Maurizio Salerno accompagnerà le visite guidate alla chiesa e al coro affrescati da Bernardino Luini, con brani strumentali di autori del Cinque-Seicento (Frescobaldi, Storace, Cavazzoni, Froberger) che vedono protagonista il prezioso organo Antegnati.
Il concerto immerge nella pratica della musica strumentale in Italia tra Rinascimento e medio Barocco, epoca della musica da chiesa, del madrigale e dell’opera. Il suono dell’organo conduce attraverso la geografia della Penisola di quei secoli, che compensa la mancanza d’una Corte centrale con una rete capillare di centri prestigiosi e gelosi della propria autonomia culturale, in un costante rapporto che vive anche degli scambi dei musicisti, che viaggiano per studio, mutano padroni, dialogano coi colleghi di altre città. La fitta trama delle città della pianura del Po include Mantova in cui furono attivi entrambi i Girolami del programma, Cavazzoni e Frescobaldi; Venezia in cui Storace pubblicò il suo unico libro a stampa, la Selva di varie compositioni d’intavolatura per cimbalo ed organo (1664); oltre il Po Ferrara estense, patria di Frescobaldi, che vi si formò negli ultimi anni del Cinquecento; Bologna dove nacque Marc’Antonio Cavazzoni, padre di Girolamo; Urbino, al cui servizio si trovava Marc’Antonio all’epoca della nascita di Girolamo; Roma dove Frescobaldi fu a lungo attivo, pubblicò Il secondo libro di toccate (1627) e un decennio più tardi accolse come allievo il tedesco Froberger, che trascorse la maturità Oltralpe; infine Messina dove operava la figura altrimenti misteriosa di Bernardo Storace.
Il programma disegna un percorso lungo due secoli. Alla prima metà del XVI secolo risale l’attività di Marc’Antonio Cavazzoni, cui si spetta il merito della pionieristica definizione del repertorio per l’organo tramite l’invenzione di forme musicali autonome. Non meno decisiva nello sviluppo di forme e modelli di musica strumentale è la generazione successiva, attiva nella seconda metà del secolo: alla produzione di questi musicisti, inaugurata dal precocissimo Girolamo Cavazzoni (che pubblica «ancor fanciullo» già nel 1543 un libro dedicato al cardinale Pietro Bembo, figura centrale nella cultura e nella politica italiana dell’epoca e mancato papa), si deve lo sviluppo e la formalizzazione d’una vasta gamma di forme strutturate e articolate in modo sofisticato. Si tratta degli immediati predecessori di Monteverdi, che raggiungeranno col contemporaneo di quest’ultimo, Frescobaldi, il culmine del discorso compositivo concepito per le tastiere: un magistero che dalla “cattedra” romana irradierà in tutta Europa, per seguire vie nuove con figure come Storace.
Interesse centrale di questo repertorio è la ricerca e affermazione del vocabolario del discorso strumentale, innanzitutto in termine di forme. L’eredità della polifonia vocale, assunta in una prima fase attraverso un processo di “diminuzione”, che fiorisce il modello con abbellimenti e passaggi, in una fase successiva ne deduce dei soggetti polifonici che lo strumento elaborerà liberamente, appropriandosi della tecnica contrappuntistica fino ad allora appannaggio del repertorio vocale. Dalla variazione si giunge alla più sofisticata parafrasi. Il ricercare (termine comparso per la prima volta nell’Intabolatura de lauto di Francesco Spinaccino del 1507), che in Marc’Antonio Cavazzoni presenta ancora forti parentele col mottetto vocale, con Girolamo esibisce una propria fisionomia originale, con più sezioni accostate, ciascuna caratterizzata dallo sviluppo contrappuntistico d’un proprio tema: una duplice strada, quella del politematismo e dell’ingegnosa combinazione contrappuntistica dei diversi temi, che un secolo più tardi verrà ancora perseguita da Bernardo Storace. La fantasia, nata per il liuto, nel secondo Cinquecento si trasferisce anche alla tastiera. Vitale è l’influenza della prassi improvvisativa. L’intonazione, il breve preludio organistico tipico della produzione di Andrea Gabrieli, lascia il campo alla toccata, preludio chiesastico ma più ambizioso, che concede più spazio al virtuosismo dell’esecutore. I due esempi tratti dal Secondo libro di toccate di Frescobaldi rappresentano la compiuta e influente formalizzazione di un percorso storico che aveva impegnato per decenni i compositori del Bel Paese.
PROGRAMMA
Marco Antonio Cavazzoni Recercada de Maca in Bologna
(1485ca-dopo 1569)
Girolamo Cavazzoni Hinno Ave Maris Stella
(…-dopo 1577)
Girolamo Frescobaldi Toccata seconda
(1583-1643) (Il Secondo libro di toccate, Roma, 1637)
Bernardo Storace Ricercare
(c.1637-c.1707)
Johann Jakob Froberger Fantasia
(1616-1667)
Girolamo Frescobaldi Toccata quinta sopra i pedali per l’organo e senza
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.