La questione dei Navigli, – scrive sul settimanale specializzato Arcipelago Milano Fiorello Cortiana già deputato Federazione Verde – così come quella di ogni rete di infrastrutture che interviene nella definizione della identità della città e della sua area metropolitana, richiede visione e compassione da parte di chi governa Milano. Questo si evince dagli interventi e dai confronti sul tema. Visione come riconoscimento di un sistema di acque e non di singoli manufatti.” E chiarisce quale sia il vero ruolo della politica, perché “Molti dei cittadini che si sono registrati per l’incontro pubblico e quelli che hanno preso la parola sono parte dei comitati, delle associazioni e delle imprese costituitisi come forum per la riqualificazione partecipata ‘Naviglio 6 Grande!’. ..Qualcuno può pensare che questi cittadini trovino una soddisfazione esaustiva nell’essere pubblico registrato, componente del marketing di promozione immobiliare? L’amministrazione di Milano, città dei comuni metropolitani, può pensare che la sua azione di governo del territorio si esplichi solo nella dotazione di infrastrutture e nella attivazione di procedure amministrative ed eventi promozionali? Ci vogliono visione e compassione da parte di chi governa perché i milanesi si percepiscano come comunità che partecipa alla definizione della propria città. Non residenti, spettatori e consumatori, bensì cittadini consapevoli che esercitano la loro parte di responsabilità nella definizione del ruolo, della funzione e della identità della città che abitano. L’uso sociale del territorio, la qualità e l’organizzazione degli spazi, delle alberature, del verde, del trasporto pubblico e del traffico, dell’arredo urbano, dei servizi, delle esclusività ciclopedonali, della rete d’acque, insieme alla immagine della città producono la sua sicurezza, che non è solo ordine pubblico.
Per questo occorre che il Débat Public, qualora sia tale, non si riduca alla informazione pubblica su singoli episodi urbani a valle di decisioni già prese. Occorre che spazi pubblici decentrati diventino urban center, con operatori che, attraverso cartografie e supporti digitali, facilitino la partecipazione informata al processo deliberativo dell’intelligenza collettiva diffusa.
Occorre capire i cittadini, non plagiarli.
E Claudio Baciogalupo sintetizza “Questa riapertura, è invece una operazione amministrativa cieca; implica 5 anni di lavori per un risultato parziale, vasche ambientali in corrispondenza dei tratti monumentali, ipoteca circa 10 altri anni di lavori ed una spesa doppia dell’attuale per il completamento, e compromette i risultati sperati, mantenendo l’attuale congestione proprio là dove la dovrebbe eliminare per riuscire a ridurla, e tutto per non aver studiato un nuovo assetto viabilistico.
Politicamente è peggio: aprire un dibattito su una decisione presa, formale, su dettagli, nascondendo ai cittadini l’informazione fondamentale: la ripubblicazione del quadro trasportistico già studiato. Per evitare dubbi, e perché “The show must go on!”.
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