A Milano i profughi africani sfrattano i senzatetto italiani.

Milano

Sono privilegiati migliaia di richiedenti asilo molti dei quali non otterranno nemmeno lo stato di rifugiato. Majorino: «Distribuire i profughi in altri Comuni, avremmo più posti per i barboni» 

Milano 25 Settembre – «Se il protocollo che è stato firmato venisse applicato, noi riusciremmo a concentrarci maggiormente su un altro tema gigantesco, che è quello delle persone senza fissa dimora. Non vogliamo che dormano per strada», ha detto ieri l’assessore alle Politiche Sociali, Pierfrancesco Majorino. Tradotto: là dove ora dormono i profughi potrebbe dormirci i senzatetto italiani. Infatti, negli ultimi quattro anni, a Milano, sono stati ospitati 125 mila richiedenti asilo, mentre attualmente in città ce ne sono 6 mila. Numeri importanti, che dimostrano un occhio di riguardo della sinistra nei confronti degli immigrati. Critica la Lega:«Majorino dovrebbe pensare prima ai milanesi, non a richiedenti asilo che non ottengono nemmeno lo status di rifugiati».

Da un a parte i centri d’accoglienza pieni di profughi, con tanto di percorsi formativi al loro interno e iniziative di ogni tipo. Dall’altra i portici di San Babila, via Vittor Pisani, le panchine dei parchetti, i cartoni usati come giaciglio dai tanti senzatetto che riempiono Milano sia di giorno che di notte. Due facce diverse della stessa medaglia, che dovrebbe essere quella dell’accoglienza. Ma che, in realtà, privilegia i non italiani.

Del resto, basta pensare ai 125 mila profughi che sono passati da Milano negli ultimi quattro anni, e ai 6 mila che attualmente sono ospiti dei vari centri della città, per farsene un’idea. E per capire che i profughi hanno tolto – e stanno togliendo – posti ai poveri di casa nostra che non hanno una richiesta di “status da rifugiato” da spendere per farsi mantenere nei centri d’accoglienza. «Se il protocollo che è stato firmato venisse applicato, noi riusciremmo a concentrarci maggiormente  su un altro tema gigantesco, che è quello delle persone senza fissa dimora. Non vogliamo che dormano per strada», ha detto ieri l’assessore alle Politiche Sociali, Pierfrancesco Majorino. Tradotto: là dove ora dormono i profughi potrebbero dormirci i clochard.

«Se non ci fosse Majorino a Milano, ci sarebbe qualcuno che si occuperebbe dei milanesi. Noi andiamo avanti per la nostra strada. Prima vengono i nostri cittadini, non il business dell’accoglienza», replica subito il sindaco di Opera, Ettore Fusco (Lega Nord), uno dei primi cittadini che si è rifiutato di firmare il protocollo sull’accoglienza stilato a maggio da Prefettura e Ministero dell’Interno per redistribuire i profughi in tutta l’area metropolitana. Un ragionamento che non fa una piega, quello del sindaco di Opera e della cinquantina di colleghi che si sono opposti alla decisione del governo. Ma che non attecchisce nella Milano delle manifestazioni per chiedere più profughi, come quella lanciata dallo stesso Majorino il 20 maggio scorso.

In ogni caso, secondo l’assessore «la situazione è sotto controllo, abbiamo accolto un numero straordinario di migranti, però questo non autorizza nessuno a girarsi dall’altra parte. La richiesta che continuiamo a fare ai Comuni della provincia è quella di attivarsi, perché è stato firmato  un protocollo e non mi risulta che sia ancora sufficientemente applicato».

Invece, a proposito della Montello, che dovrà essere liberata dai profughi entro il 31 dicembre per far spazio alla “Cittadella della sicurezza”, Majorino si è schierato dalla parte dei richiedenti asilo che nei giorni scorsi hanno manifestato malumori:«Hanno ragione a chiedere di essere coinvolti nel percorso di ricollocazione. Non si può essere spostati da una parte all’altra senza essere consultati, perché a volte ci sono nuclei familiari e ci sono percorsi formativi in atto. Stiamo sollecitando la prefettura per affrontare questo tema». Ma, anche per Majorino, «l’accordo a chiudere la caserma entro il 31 dicembre non deve essere messo in discussione».

Critico sulla vicenda Samuele Piscina (Lega Nord), presidente del Municipio 2: «Leggendo quanto dichiarato dall’assessore Majorino vien da ridere. È evidente che i Comuni dell’hinterland a cui fa riferimento lui soddisfano prima gli interessi dei loro cittadini, il contrario di quanto succede a Milano. Dove a essere privilegiati, piuttosto che gli italiani in difficoltà e quelli senza un tetto sotto cui vivere, sono migliaia di richiedenti asilo, molti dei quali non ottengono nemmeno lo status di rifugiati. Una presa in giro per i cittadini milanesi».
Massimo Sanvito (LiberoMilano)

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