Milano, ricordiamo quando 52 anni fa arrivarono i Beatles: “A rischio la sicurezza e l’ordine pubblico”

Cultura e spettacolo

Milano 25 Giugno – Desecretati i fonogrammi della questura del 1965: “Prevenire le intemperanze dei giovani”. In stazione ad aspettarli 100 poliziotti, 30 militari e due plotoni della Celere, più un reparto nascosto
“Giovedì prossimo, 24 corrente, si esibiranno al Velodromo Vigorelli, in due spettacoli, di cui uno alle 16 e l’altro alle ore 21,15, i famosi cantanti inglesi di Liverpool detti “i Beatles”, i quali richiameranno senza dubbio numerosissimo pubblico”. Nonostante l’affettato burocratese del 1965, pieno di subordinate e di provincialismi, il vice-questore Aldo Capasso è preoccupato. “Poiché è da prevedere – scrive nel fonogramma urgente 33528, tra le migliaia di documenti versati di recente dalla questura all’Archivio di Stato di via Senato – che in occasione dell’arrivo, presso l’albergo Duomo e durante gli spettacoli saranno presenti numerosi sostenitori, specie tra i più ( sic) giovani, si rende necessario predisporre adeguati servizi a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica e per prevenire incidenti, come si è verificato nei giorni scorsi in Francia in occasione di analoghe esibizioni dei Beatles”. Concerti e sicurezza: dove l’abbiamo già sentita?

Altra epoca, altra Milano, altri costumi e problemi e soprattutto loro. Anche se la Beatlemania si era raffreddata in Inghilterra – non nel resto del mondo – l’Italia non aveva mai sperimentato niente del genere. Il 22 giugno il loro treno da Lione era atteso in Centrale, gli echi dell’ultimo tumultuoso concerto di Parigi erano arrivati fino in via Fatebenefratelli. Il vicequestore Capasso piazza, dentro e fuori dalla stazione, cento poliziotti e trenta carabinieri, e poi sotto la Galleria delle carrozze “due Plotoni del Nucleo Celere ed una giardinetta RC”, cioè radiocomandata. E la raccomandazione scritta ai funzionari è di “prevenire eccessi e intemperanze, per impedire che l’eventuale, eccessiva folla si abbandoni ad atti inconsulti, per consentire che i cantanti inglesi possano agevolmente raggiungere i propri automezzi per portarsi all’albergo”. Dove saranno piazzate altre venti guardie con giardinetta e un “Plotone Celerini in località appartata ma di pronto impiego per assicurare rapidi interventi in caso di rapido bisogno”. E così l’indomani dalle 8.

Il trucco del treno, annunciato dall’altoparlante al binario 16 e invece arrivato al 3, evita l’assalto a “questi zazzeruti cavalieri d’Inghilterra ” (così Angelo Falvo sul Corriere d’Informazione). Il livello è questo, anche sulla grande stampa nazionale, non meno spaventata e disgustata dell’arrivo dei Beatles in Italia, “un Paese sprecone e provinciale, per di più – verga Vittorio Gorresio in prima sulla Stampa – quando si tratta di far figura e di scialare nelle cose superflue, calcio o yè-yè”. Alfonso Madeo, critico del Corriere, sentenzia dai binari della Centrale: “Che delusione quest’arrivo dei Beatles a Milano: proprio non valeva la pena che si mobilitassero tanti fanatici per tributare ai quattro cavalieri dell’urlo il primo applauso italiano”. E Natalia Aspesi, salita a Torino sul treno dei Fab per distillare sul Giorno gocce di sublime cinismo (“La chioma più bella è quella di George Harrison, deve avere uno speciale segreto nell’uso dei bigodini. Francamente, Ringo è bruttino, direi. Però elegantissimo”), annota sulla delusione dei fan (“spettinati, urlanti, sudati, bisognosi di doccia”) dribblati: “Hanno cominciato a urlare “bidoni, bidoni”, arrabbiandosi sempre di più”.

Il 23 giugno è la vigilia del Vigorelli. Poltronissime a tremila lire, poltrono a duemila, tribuna a mille (ma solo 750 chiamando il settimanale Ciao amici), 26mila tagliandi già venduti per i due spettacoli. I toni della ordinanza “urgentissima ” del vice-questore Capasso per il servizio d’ordine ai “due spettacoli dei famosi cantanti inglesi “I Beatles”” sono sempre più allarmati: “In altri Paesi – scrive – l’esibizione di detti cantanti ha dato luogo a manifestazioni collettive, specie tra i più giovani, mettendo in pericolo l’ordine e la sicurezza pubblica”. Segue decalogo con, al punto 5, la disposizione potenzialmente più rischio tumulti: “Limitare la vendita dei biglietti alla effettiva disponibilità dei posti. Conseguentemente, appena raggiunta tale aliquota, per evitare superaffollamento, non dovrà consentirsi l’accesso ad altre persone, anche se munite di biglietto, ci cui i possessori potranno richiedere, poi, il rimborso”.

A presidiare il Vigorelli di pomeriggio vengono mandati 500 carabinieri e poliziotti “tre giardinette RC e due automezzi per l’eventuale trasporto dei fermati”, alla sera saranno schierati 300 uomini in più. “Eventuali gruppi che dovessero costituirsi davanti agli ingressi – si legge ancora – con l’evidente scopo di fare irruzione al Velodromo, dovranno
essere identificati e subito fatti allontanare, procedendo all’accompagnamento in Questura dei più riottosi”. Long tall Sally, alle 23.30 del 24, chiude la sarabanda. “Beatles: ventata, non ciclone”, titola la Notte. “I Beatles conquistano Milano”, tributa il Corriere. I quattro ripartono subito per Genova. In auto, sulla Serravalle. Allarme cessato.
Massimo Pisa (Repubblica)

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