E Sala prende tempo, con l’abilità di un politicante di lungo corso

Milano

Milano 27 Novembre – Ha imparato in fretta la diplomazia politica e sta dimostrando con abilità una capacità di dire e non dire che lo colloca in una posizione di medietà acchiappavoti da destra e da sinistra. Ed è un allure che può essere accattivante in queste prime fasi della campagna elettorale, quando la galassia degli elettori si muove con le idee ancora un po’ confuse, ma con il tempo stare in bilico, in una posizione centrista di grigio opportunismo, può anche essere negativo.

Sala, il predestinato di Renzi ha parlato e ha preso tempo. Perché la decisione è importante, perché fare il “Commissario” dell’Expo significava comandare, dare ordini, ma essere candidato di una parte, vuol dire abbracciare idee, fare squadra, mediare le decisioni ecc. E, con l’antipatia manifesta di Pisapia, non è un buon inizio. Soprattutto balzaniper l’immediata spaccatura della coalizione subito dopo la sua designazione. Pisapia vuole il suo modello Milano, la continuità di un’azione amministrativa che persegua ideologie consolidate, con un Sindaco che sia un suo alter ego. Sempre ammesso che non ci ripensi. E, quindi, propone il vice Sindaco Balzani della sua area politica. Un candidato, insomma, che non gioca a fare il centrista, che sa dialogare con la sinistra estrema, Centri sociali inclusi. Ma Sala fa il renziano, strizza l’occhio al centro, si fa desiderare, proroga una decisione che è nell’aria, ma che incontra tutti i ma di chi è in campo da tempo, di chi manifestamente persegue ambizioni personali e di partito. “Sala è divisivo” ha detto Pisapia. Intendendo “A buon intenditor, poche parole” E Sala risponde con eleganza, forte del sostegno di Renzi e dei notabili renziani milanesi, ma l’ostruzionismo di Pisapia ha un peso notevole, un vero macigno che potrebbe bloccare la sua strada. E così l’uomo indicato come il salvatore della patria, inviso ad arancioni e rossi doc, sta sulla graticola dei giochi più o meno trasparenti di un partito che ama il potere per il potere, che non vorrebbe perdere Milano, che non sa fare autocritica, che nel frattempo dimentica Milano.

Sala, Bazani, Majorino? Le primarie ci diranno chi ha vinto il braccio di ferro tra Pisapia e Renzi, ma già oggi sappiamo che chi vincerà dovrà fare i conti con la zavorra dell’ideologia di sinistra che ben conosciamo.

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