Milano 12 Ottobre – Le femministote, come direbbe lo scrittore Stefano d’Arrigo, sono uscite nella notte. Ragazze militanti ormai sui sessanta ma che vestono secondo la moda dei punkabbestia black blok, con tute nere, zainetti scuri, scarponcini da esproprio proletario, felpe e con vistosi anelli da marinai di baleniera al naso: sembravano tante Eva Kant del fumetto Diabolik, ma in sovrappeso… Alcune zitelle apparivano muscolose, androgine e tatuate come il baleniere Achab del romanzo di Melville, altre sembravano meno truci, e firmatissime secondo la moda vintage delle figlie dei fiori : gonnelloni rom, scialloni balcanici, come prescrive il look delle amene radicalette chic e debs dei licei bene no global.
Nella buia notte i commandos di femministote e di zitelle pon pon sono scivolati con secchi e pennelli intorno a chiese e monumenti e hanno sporcato qualche chilometro di muro con insulti e sfottò volgari, per nulla di bon ton, alludenti alla “fregna”.
In realtà erano i collettivi Nazifemen che prosperano in certi centri sociali, come quello di via dei Transiti. Collettivi porno che inneggiano al compagno de Sade, alla masturbazione ed alla sodomia, amano il libertinaggio, le fruste, le catene sadomaso e si ispirano alle comuni californiane del sesso libero dei santoni indiani e alle ammucchiate del 68 : e fin qui nulla in contrasto con il codice penale. Obiettivo delle black blok ”rosa” di oggi ? Gli ultracattolici del movimento No194, detti i prolife: da anni le Nazifemen sono disturbatrici delle recite dei rosari che il movimento tiene regolarmente davanti all’ospedale di Niguarda, in riparazione alle anime dei feti abortiti. Arrivano, gridano inveiscono, cioccano bestemmione, poi ripartono.
Ed eccoci a venerdì notte: le valorose “femministote” si sono sparse per le vie del centro. Hanno vergato insulti irripetibili lungo il percorso che avrebbero seguito i prolife, Un percorso lungo chilometri per il centro. Risultato: qualche migliaia di euro di danni.
Poi lo sberleffo a forza di bestemmie da carrettiere, senza l’ironia che contraddistingueva le storiche femministe, il sabato pomeriggio, lungo il tragitto di un pacifico corteo: rieccole, forzute e lavandaie, a inneggiare alla sodomia militante e a nsultare la Maria Vergine, santa Chiara, Maria Goretti e Teresa d’Avila.
“Per vendicarsi del corteo indetto dal comitato no194, le femminnaziste di Milano hanno imbratto mezza città” si lamenta ora Angelo Mandelli, dell’associazione Katyn che ha partecipato al corteo contestato ” E non hanno risparmiato nemmeno le chiese”.
Oltre, ovviamente, agli agguati a base di urla, slogan, bestemmie, durate il passaggio del corteo sabato pomeriggio. Femmi-naziste che possono fare impunemente quello che vogliono nella città di Pisapia da anni.
Fra gli slogan più strillati dalla femmi-naziste, c’ era il solito “fascisti carogne tornate nelle fogne”, forse riferito al fatto che nel corteo c’erano (a titolo personale) dei militanti di Forza Nuova (ma anche quando quelli di Forza Nuova non c’erano nelle iniziative del comitato no-194, loro lo slogan lo strillavano lo stesso).
Ora ci chiediamo, chi sono i veri fascisti? Quelli che fanno una manifestazione autorizzata e pacifica recitando rosari perché non approvano l’ aborto, oppure quelli che vogliono impedire che qualcun altro manifesti idee diverse dalle loro, e che per vendetta, imbrattano tutti i muri della città (muri che, fra l’ altro, non ne hanno nessuna colpa)?
Sicuramente i fascisti veri sono i secondi.”.
Ma chi pagherà i muri deturpati ?
Nelle foto allegate si possono vedere vari stabili di corso di porta Romana e metro di Crocetta, e anche gli imbrattamenti sulla Basilica di san Nazaro in Brolo, dove pudicamente qualcuno ha messo dei fogli di plastica per coprire lo scempio. Slogan del tutto fuori luogo, diciamo, porno black blok..Ma le scritte sono dovunque. Ce ne sono enormi anche a Cadorna e via Cusani. Alcune con gli stencil, altre con le bombolette. Qualcuno pagherà per questo? Le telecamere di sorveglianza hanno funzionato? La magistratura assolverà tutti come al solito?
Fosse pagherà di tasca propria la maggioranza trinariciuta della zona 2 che recentemente ha sponsorizzato le iniziative di queste fan del compagno De Sade : le Nazifemen gestiscono infatti un ambulatorio medico per disperati, nei fatiscenti locali di un edificio occupato di via dei Transiti.
Ne sa qualcosa Samuele Piscina, consigliere di zona 2 della Lega Nord che si è opposto recentemente alla solita benevola sponsorizzazione della sinistra chic a tali centri sociali deviati : “L’Ambulatorio è occupato abusivamente ed il proprietario, che lo ha acquistato nel 2000 non può utilizzare il locale pur essendo sua proprietà privata.
Viene quindi leso il Diritto Assoluto alla proprietà privata sancito dal Titolo III Art.42 Par.2 della Costituzione Italiana e dall’Art. 832 del Codice Civile italiano (una spettanza, una pretesa giuridica che l’ordinamento riconosce e tutela erga omnes, ossia avverso tutti e a favore di chi ne è titolare). L’ambulatorio ha stretti legami con il Centro Sociale T28 che doveva essere sgomberato il 29 Settembre scorso-spiega Piscina “ Questo sfratto è stato arrestato dal Sindaco amico di questi delinquenti.
All’interno del Centro sociale T28, come all’interno di molti altri centri sociali di Milano come il Leoncavallo, sono presenti alcuni dei soggetti criminali che hanno partecipato alla guerriglia urbana di Roma provocando danni per oltre 2 Milioni di Euro e cercando il morto che, grazie all’esemplare comportamento delle forze dell’Ordine, non è sopraggiunto. Detto questo, non possiamo anche dimenticare la guerriglia di Corso Buenos Aires del 2006 alla quale parteciparono criminali provenienti dalla maggior parte dei centri sociali milanesi. Il bilancio fu di 45 arresti, 9 poliziotti feriti, auto, negozi e motorini in fiamme, il tutto condito dall’immagine della via devastata”.
La mozione di Piscina è stata bocciata dalla maggioranza di centro sinistra, che ha supportato così il centro sociale occupato.
Ora, dopo i raid vandalici machisti, le porno scritte femministote.
Si vedano anche le foto dei truci cartelli issati dalla signorine al passaggio dei No 194 e che incitano a bruciare i CAV con gli obiettori dentro.
Le tatuatissime femministote “No rosari “, che probabilmente non vogliono più che si preghi santa Tersa d’Avila in pubblico, ovviamente non puliranno i chilometri di muri deturpati..
Mastro Lindo e l’Uomo in ammollo per le comari di via dei Transiti appaiono terribilmente reazionari. Com’erano diverse, educate e simpatiche invece le femministe di una volta, alle quali infine il maschio s’arrese e per i quali il pubblicitario della Nelsen pronunciò la storica frase passata alla storia: “i piatti i piatti li vuol lavare lui…”